Risponde Paolo Veronesi, Presidente di Fondazione Umberto Veronesi, Professore Ordinario in Chirurgia Generale presso l’Università degli Studi di Milano, Direttore del Programma di Senologia e Direttore della divisione di senologia chirurgica dell’Istituto Europeo di Oncologia.
Il tumore del seno (carcinoma mammario o tumore della mammella) è una formazione di tessuto costituito da cellule che crescono in modo incontrollato e anomalo all’interno della ghiandola mammaria.
La neoplasia in stadio iniziale si riferisce al cancro confinato nel tessuto adiposo del seno (Stadio 1).
Il tumore si può in seguito diffondere nelle immediate vicinanze (Stadio 2), estendere ai tessuti sottostanti della parete toracica (Stadio 3) e quindi ad altre parti del corpo (Stadio 4, tumore al seno metastatico o avanzato).
Sia la prognosi che il trattamento sono influenzati dallo stadio in cui la neoplasia si trova al momento della diagnosi.
Esistono inoltre diversi tipi di cancro della mammella, con tassi di crescita e risposta alle terapie differenti.
Ciò significa che il tessuto tumorale dovrebbe essere sempre sottoposto a test per determinare il tipo di neoplasia.
Le cause del tumore al seno non sono ancora ben conosciute. In generale, sono stati associati alla malattia diversi fattori di rischio come: età (la maggior parte dei casi viene diagnosticata in donne di età superiore a 50 anni), prima gravidanza dopo i 30 anni, menarca prima dei 12 anni, menopausa dopo i 50 anni, non aver avuto figli, familiarità.
Circa il 10% delle donne con tumore al seno ha più di un parente malato (soprattutto nei casi giovanili).
Diversi studi hanno dimostrato che un uso eccessivo di estrogeni aumentano il rischio di sviluppare la neoplasia.
A determinare la malattia è anche una predisposizione genetica ormai riconosciuta.
Vi sono anche alcune mutazioni genetiche che predispongono a questo tipo di tumore, le più note sono quelle a carico dei geni oncosoppressori BRCA-1 e BRCA-2, da cui dipende il 50% circa delle forme ereditarie di cancro del seno.
Va specificato che in questi casi si eredita la predisposizione alla malattia, non la malattia stessa. Ulteriori fattori di rischio sono rappresentati da sovrappeso e obesità, stile di vita sedentario, fumo, abuso di alcol, dieta povera di frutta e verdura.
Anche se l'obbiettivo principale è arrivare alla diagnosi di un tumore al seno prima che esso dia sintomi, osservando il proprio seno è possibile scorgere possibili segnali di malattia.
Il primo segno a cui prestare attenzione è l'aumento di consistenza alla palpazione dovuto alla presenza di noduli.
Altri possibili segni di malattia sono delle piccole rientranze della cute facilmente visualizzabili ponendosi a braccia alzate di fronte ad uno specchio.
Non solo, anche l'osservazione dei capezzoli è molto importante: secrezioni sierose o ematiche e lesioni eczematose possono essere un segnale di malattia. Infine, altro sintomo da non trascurare, è l'ingrossamento dei linfonodi sotto l'ascella.
Le opzioni terapeutiche per la cura del tumore alla mammella attualmente disponibili includono la chirurgia, la radioterapia, la chemioterapia, l’ormonoterapia e le terapie biologiche.
Queste si possono usare da sole o in combinazione, in base allo stadio di avanzamento della malattia.
Nella scelta del tipo di trattamento incidono anche l'età della donna e il suo desiderio di poter eventualmente avere dei figli dopo le cure.
Alcune metodiche possono infatti indurre menopausa precoce, anche se la tecnica della crioconservazione degli ovociti prelevati prima dell’inizio delle cure assicura nuove prospettive.
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