È stata ribattezzata “La Terra” l’operazione del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Matera che ha portato alla luce una truffa ai danni dell’Ismea, l’ente pubblico che provvede a concedere specifiche agevolazioni finanziarie trentennali, finalizzate al primo insediamento in agricoltura, a giovani imprenditori che non abbiano superato il 40° anno d’età, consentendo, sostanzialmente, agli indagati di ottenere finanziamenti agevolati non dovuti in almeno 5 pratiche di primo insediamento giovanile ISMEA per un ammontare complessivo di circa 6 milioni di euro.
Una sesta pratica, comportante un finanziamento di 900.000,00 euro circa, non è stata portata a compimento a causa di un errore di carattere contabile.
L’indagine, coordinata dalla Procura di Matera e allargatasi alle province di Potenza, Taranto, Caserta, Roma, Milano e Torino con l’azione di oltre cento uomini della Guardia di Finanza, ha portato all’arresto ai domiciliari di undici persone mentre altre 22 sono indagate con le accuse di aver commesso, a vario titolo, reati contro la pubblica amministrazione e il patrimonio.
La Guardia di Finanza ha inoltre proceduto al sequestro di beni per un valore complessivo di 8,2 milioni di euro.
Secondo gli inquirenti i cardini dell’organizzazione erano costituiti da un infedele funzionario ISMEA e da un imprenditore agricolo-zootecnico di Montescaglioso, il primo con la funzione di calibrare i progetti agricoli presentati mediante l’aggiustamento di parametri creati “ad hoc” e di sostenerli presso ISMEA, il secondo con quella di procacciatore d’affari con il precipuo compito di individuare i soggetti interessati alla vendita dei terreni e gli acquirenti fittizi. Il tutto con la collaborazione di due tecnici agronomi di fiducia del Funzionario Ismea e di un impiegato della Regione Basilicata deputato a convalidare i valori di stima e l’attendibilità del progetto.
Secondo quanto ricostruito degli investigatori, gli indagati avevano messo in piedi un «meccanismo consolidato». Attraverso il funzionario dell’Ismea, permetteva di acquisire in provincia di Matera (a Bernalda, Montescaglioso e Pisticci) venivano acquisiti terreni normalmente «privi di appetibilità commerciale» e poi sopravvalutati, «pur restando nella disponibilità diretta o indiretta dei venditori mediante l'intestazione fittizia» a persone che avevano «solo formalmente» i requisiti per ottenere i fondi e utilizzate come "teste di legno» o a società fittizie create ad hoc.
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