Nel rapporto tra numero di dipendenti e numero di aggressioni l'Azienda ospedaliero-universitaria Senese ha il numero più basso di tutta la Regione Toscana. È quanto emerge dalla seconda giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari, che si è tenuta nell'aula magna del rettorato dell'Università di Siena organizzato dal gruppo di lavoro sulle aggressioni dell'Aou senese. I dati regionali sono stati presentati da Giovanna Bianco, responsabile osservatorio aggressioni operatori sanitari della regione toscana.
L'iniziativa della giornata nazionale è stata promossa a partire dal 2022 dal Ministero della Salute con lo scopo di condannare ogni forma di violenza nei confronti dei lavoratori della sanità, promuovendo una cultura che garantisca la sicurezza nello svolgimento del proprio lavoro. Nel dettaglio le aggressioni sono state 49 nel 2019, tutte verbali; 5 nel 2020, anno del Covid e ancora tutte di natura verbale; 22 nel 2021, di cui 2 fisiche; e 11 nel 2022 di cui una fisica verso cose. Ancor più nel dettaglio nel 2019 le aggressioni sono state perpetrate ina 7 occasioni nei confronti di medici, 38 verso gli infermieri e 4 su operatori socio-sanitari (OSS); quelle del 2020 hanno riguardato gli infermieri in 4 occasioni e in un’altra gli OSS; nel 2021, 7 su medici, 14 verso infermieri e una verso OSS. Infine nel 2022, 5 aggressioni su medici, 5 su infermieri, una verso personale OSS.
La giornata si è aperta con i saluti istituzionali del rettore Roberto di pietra, dell'assessore regionale Simone bezzini e dell'assessora comunale Francesca appolloni, sono intervenuti poi l'avvocato del foro di Firenze Fabio Piccioni, Maria Teresa Ferraro dell'Università di Siena, Simone Gepponi dell'Azienda Usl Toscana sud est, Pietro Sechi, Anna Coluccia, Carla Garoni, Giovanni Battista Miceli, Giovanni Bova e Mauro Costabile per l'Aou Senese, con le conclusioni della direttrice sanitaria Maria Francesca De Marco.

Interviste al professor Antonio Barretta e al dottor Pietro Sechi

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