Mi sono concesso 3 giorni in Abruzzo per salire su questa iconica montagna che non ha bisogno di presentazioni.
Escursione del 26 Ottobre 2022.
Questa cima fa parte del Massiccio del Gran Sasso d'Italia ed è la più elevata del gruppo, questo fa si che sia la più alta degli Appennini.
La composizione delle rocce del massiccio, unito alla sua forma caratteristica, fa si che sia l'unico massiccio della dorsale peninsulare
con caratteristiche dolomitiche.
Il suo nome "Gran Sasso" ha radici abbastanza recenti: venne utilizzato per la prima volta solo nel Rinascimento in un poemetto del 1636 scritto da Francesco Zucchi di Montereale, in cui si fa riferimento al massiccio come al "Sasso d'Italia".
Nel XVIII Secolo in una cartina geografica commissionata dalla Diocesi dell'Aquila per la prima volta si fa riferimento alla montagna come "Gran Sasso d'Italia".
I Romani lo chiamavano Fiscellus Mons "Monte Ombelico" per la sua posizione centrale nella penisola italica, nel Medioevo veniva chiamato "Monte Corno", nome utilizzato ancora oggi con alcune varianti per le singole cime del gruppo.
Vista la sua prominenza e la sua posizione isolata il massiccio può essere visto da tutti i massicci dell'Appennino e oltre fino alla Dalmazia.
Nelle giornate limpide il panorama dalla punta si estende molto lontano, purtroppo non ho avuto questa fortuna ma quello che ho visto
mi ha molto emozionato ugualmente.
Nel video si vede la croce di vetta con alla sua sinistra la Cresta Nord di Campo Imperatore che inizia con il Monte Brancastello con dietro il Monte Infornace e il Monte Prena. A destra si vede il famoso Campo Imperatore.
Nel proseguire in basso si vede il punto di partenza della gita: il piazzale dell'Hotel Campo Imperatore, dove Benito Mussolini era stato esiliato il 27 Agosto del 1943 per poi essere liberato dai tedeschi il 12 Settembre. Vi è anche l'arrivo della funivia di Assergi.
Da li parte sulla destra una cresta che ha dietro la zona de L'Aquila: la prima cima si chiama Monte Portella, nell'andare
avanti s'incontrano l'anticima Pizzo Cefalone, il Pizzo Cefalone che svetta, Cima delle Malacoste e Pizzo di Camarda.
La vetta più vicina che svetta è il Pizzo d'Intermesoli con a destra il grande Lago di Campotosto.
In basso compare il Corno Piccolo, una vetta del massiccio con a destra la zona di Montorio al Vomano.
Abbasso la visuale verso una conca dove sorge, sommerso quasi interamente dalla ghiaia delle frane, il Ghiacciaio del Calderone che è l'unico ghiacciaio degli Appennini ed il più meridionale d'Europa.
Infine svetta vicino il Corno Grande - Vetta Orientale che è più bassa della Occidentale di soli 9 metri.
Ho intrapreso la via normale, con partenza da Campo Imperatore, ed ho seguito l'evidentissimo sentiero con cartellonistica che indica fin da subito la vetta.
Tutta l'escursione è segnata con dei bolli circolari rosso/bianco.
Inizialmente si passa tra falsipiani e leggere salite, qui bisogna lasciarsi alle spalle il bivio a destra per la Direttissima, un'altra via per la cima, alpinistica.
Successivamente si arriva ad una ripida salita che taglia il Versante Ovest della montagna su sentiero ghiaioso fino alla Sella del Brecciaio.
Qui la via svolta decisa verso Est e s'immette nella Conca degli Invalidi dove bisogna ignorare il bivio a destra per la via diretta chiamata la Via delle Creste, alpinistica anch'essa.
Continuando sull'itinerario si arriva rapidamente ad un canalino: qui iniziano gli ultimi 250 metri di dislivello dove bisogna mettere le mani, non si parla ancora di Alpinismo ma è quella fastidiosa via di mezzo tra il EE escursionistico ed il F alpinistico.
Non resta che continuare a seguire i bolli e si arriva alla vetta.
Ritorno sullo stesso itinerario dell'andata.
Ho trovato una giornata serena ma come dicevo una fastidiosa foschia ha rovinato un po' il panorama.
Occhio al vento perchè il Gran Sasso è un massiccio molto ventoso per la sua posizione isolata, possono verificarsi raffiche fino ad oltre 100 km/h.
Controllate le previsioni per il vento, le mie mi davano vento costante di media intensità ma raffiche potenti mi sono arrivate lo stesso.
Da evitare la via normale durante la bella stagione perchè è forse l'itinerario più famoso degli Appennini ed è spaventosamente frequentato, questo può causare pericolose scariche di roccia lungo l'ultimo tratto.
Il periodo giusto per me è l'Autunno: poca gente e caldo non fastidioso.
920 m di dislivello per circa 11 km, difficoltà segnata nelle recensioni EE ma per me può trattarsi benissimo di una EE/F.
Questa gita mi ha regalato davvero emozioni molto forti, il fatto di essere salito da solo ha reso il tutto più magico, un posto incredibilmente bello assieme al vicino Campo Imperatore, che al ritorno in macchino l'ho percorso interamente per fare un po' di fotografie.
Ho fatto una bella sfacchinata con la macchina per arrivare in Abruzzo dal Piemonte, circa 1600 km andata e ritorno, ma ne è valsa davvero la pena.
Andateci!!
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