“Vedere mio figlio sul palco del Teatro Diana mi ha fatto tornare indietro con la memoria. L’ho rivisto piccolo accanto a me, ho ripensato a quando lo portavo a teatro.
Mi sono rivisto al suo fianco, di nuovo insieme io e lui”…«La sua voce - racconta Sal – “fasciava”le mie giornate. Da bambino ascoltavo tutte le sue canzoni».
Dopo tanti anni, padre e figlio sono di nuovo insieme, l’uno davanti all’altro, per assaporare l’odore delle tavole ed il calore degli spettatori. Entrambi in smoking bianco dopo simpatiche gag, hanno rivisitato pezzi celebri del Festival di Napoli come “Vurria”, “Indifferentemente”,“Segretamente”,
“Funtane e funtanelle”.
«La canzone napoletana cresce, si evolve. Sono contento per mio figlio. Trent’anni fa lavorai con lui al Diana insieme al maestro Tony Iglio. All’epoca Sal aveva circa dieci anni ed oggi, dopo tanto tempo, è stato scritturato proprio da questo Teatro. Vogliate bene a Sal».
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