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CAGLIARI, 24 FEBBRAIO 2014 - La Bandiera di Guerra del 151° Reggimento Fanteria "Sassari" è rientrata oggi nella Caserma "Monfenera" dopo una breve permanenza a Capo Teulada assieme con i sassarini impegnati in un normale ciclo addestrativo. Nel video gli onori alla Bandiera, decorata di un Ordine Militare d'Italia, due Medaglie d'Oro al Valor Militare e una Medaglia d'Oro al Valore dell'Esercito, resi dalla Banda della Brigata SASSARI e da una Compagnia del 151°. Prima di lasciare Capo Teulada la Bandiera ha ricevuto il saluto dei sassarini. Ecco il racconto di quanto avvenuto atraverso le parole del Cap. Luigi Moi.
HO SALUTATO LA MIA BANDIERA
Un altro campo d'arma è volato via. Non è sempre necessario avere idee straordinarie per rendere straordinario un momento. Anche il più normale dei gesti, inserito in un contesto appropriato, può rendere speciale uno spicchio di quotidianità. Oggi sento dall'animo di voler applaudire con il cuore il gesto di un grande Comandante, che ha trasformato una mattina come tante in un momento unico. Oggi noi uomini del 151° Reggimento abbiamo fatto quello che ogni reparto dovrebbe fare nella medesima circostanza. Al momento del commiato con la Gloriosa Bandiera di Guerra, che tornava alla sede stanziale, ognuno di noi ha reso alla stessa un omaggio individuale. Ogni uomo, ogni donna, incamminandosi davanti agli occhi degli altri commilitoni, nel silenzio, si sono fermati a salutare, a formulare un intimo pensiero per poi sfilare, lasciando spazio a un altro soldato. Ogni singolo uomo del Reggimento. Ecco, il punto è che questi sono momenti in cui riesci realmente a comprendere ciò che si trova davanti ai tuoi occhi. In quei cinque secondi di intimo raccoglimento, davanti a noi non vi era una semplice bandiera, non era un panno quel tricolore, ma il drappo centenario che corse di battaglia in battaglia durante ogni guerra, non era una punta di metallo quella che più si avvicinava al cielo, ma il puntale simbolo della nostra Repubblica, e non erano medaglie quelle che pendevano lungo l'asta, ma la sintesi del sacrificio di oltre 5.000 morti. In quel momento, in quel preciso momento in cui eravamo fermi sul saluto, soli davanti a lei, la Bandiera di Guerra diventava immensa, a farci sentire umilmente, infinitamente piccoli, come fossimo al cospetto di un Dio. E di divino qualcosa le appartiene, per essa abbiamo donato innumerevoli vite, ma la amiamo come se ce le avesse regalate, per essa abbiamo conosciuto ogni sacrificio, ma la ringraziamo come ci sentissimo in debito, essa è qualcosa di totalmente intangibile se non nell'anima, ma è più della somma di ognuno di noi, davanti ad essa fluisce un'emozione che rapportata agli umani sentimenti è quanto più si avvicina all'amore.
24 Febbraio 2014
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