Si chiamerà Einstein Telescope. Sarà il più grande interferometro per onde gravitazionali presente sul pianeta. E fra i siti in gara per ospitarlo c'è l'entroterra della Sardegna: per la precisione, le miniere di Sos Enattos, a Lula, in provincia di Nuoro. È appena stato firmato dal Miur, dalla Regione Autonoma della Sardegna, dall'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e dall'Università di Sassari un protocollo d'intesa finalizzato proprio a favorire l'insediamento della futura infrastruttura nell'Isola.
Se l'operazione andrà in porto, nei cunicoli della miniera di Sos Enattos, là dove esattamente 150 anni fa ebbe inizio lo sfruttamento dei minerali di argento e galena, là sotto, dicevamo, a centinaia di metri di profondità, verrà realizzata un'opera che per dimensioni e tecnologie rischia di far impallidire LHC. L'Einstein Telescope sarà infatti un gigantesco triangolo equilatero sotterraneo formato da tre bracci da 10 km di lunghezza ciascuno. Un gioco di laser e specchi di precisione nanometrica, proprio come LIGO-Virgo, ma molto più sensibile. In grado di registrare anche il passaggio di onde gravitazionali di bassa frequenza. Lo strumento che manca per inaugurare da Terra ciò che intende fare LISA dallo spazio: astronomia gravitazionale di precisione.
Servizio di Marco Malaspina
Le riprese del sito di Sos Enattos sono tratte dal video "Quelle mani color buio" di Massimiliano Musina ([ Ссылка ]), gentilmente concesse dall'autore.
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