Il resto su Apice Vecchio lo trovate nel libro "ATLANTE DEI PAESI FANTASMA", che ho scritto per Sonzogno Editore, in libreria da maggio 2022. [ Ссылка ].
Ha ancora tante storie da raccontare la Pompei del Novecento, probabilmente il borgo abbandonato più suggestivo d’Italia. Ad esempio, di quella volta che riuscì a ingannare nientemeno che il terremoto. O di un sindaco mitologico che guidò il paese in provincia di Benevento per mezzo secolo. Ma forse la storia più affascinante, una volta tanto, per un paese fantasma, quella di come potrebbe rinascere, con un progetto coraggioso e visionario.
Apice Vecchio si trova qua: [ Ссылка ].
Il racconto su Apice, comincia così
“Nella stanza entra odore di pioggia, accompagnato da un tintinnio leggero sui tetti. Dal soffitto, una goccia insistente martella su un enorme cumulo di fogli, formando una specie di cratere nerastro che raccoglie acqua e inchiostro. Sotto le mie suole, solo carta. Metri cubi di giornali e documenti che debordano come massa melmosa nell’anticamera e in cucina. Ma il vento ha spinto quelle decine di migliaia di pagine lungo il corridoio, fino al salone e oltre la porta d’ingresso dell’appartamento. E poi nel pianerottolo e giù lungo le scale che scendono imponenti, con ampio raggio, verso l’androne del palazzo. Quotidiani e riviste dati alle stampe negli ultimi cinquant’anni, appunti manoscritti, bozze di discorsi, relazioni, cartigli tecnici, bilanci, agende. Biglietti d’auguri, d’invito e di supplica. Bollette. Quanta vita può contenere un foglio? Ma, soprattutto, quanti fogli servono per contenere una vita?”
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L’accesso alla maggior parte del paese vecchio è protetto da cancellate. La mia non è stata in alcun modo una visita clandestina, ma sono stato accompagnato da Daniela D’Oro, assessore di Apice e dal prof. Antonio Frusciante, che ringrazio sentitamente.
Ringrazio anche Raffaele Pilla ([ Ссылка ]) che mi ha gentilmente concesso l’uso delle immagini realizzate con il suo drone
