I ghiacciai alpini stanno scomparendo a causa del cambiamento climatico. Il processo di deglaciazione delle nostre montagne, costante negli ultimi decenni, è ormai inarrestabile e si è mostrato con tutta la sua forza nel 2022, anno drammatico per il surriscaldamento globale. Un inverno particolarmente secco e un’estate afflitta da temperature elevate e ondate di calore hanno avuto un impatto rilevante su gran parte dell’Europa così come sullo stato di salute dei ghiacciai alpini. I giganti bianchi rappresentano, infatti, veri e propri termometri del cambiamento climatico.
Il monitoraggio dei ghiacciai offre dunque una finestra sull’evoluzione del clima. Tuttavia, il loro ritiro ad altitudini maggiori e la frammentazione in corpi più piccoli rendono i rilevamenti tradizionali in situ sempre più complicati e meno efficienti, oltre che rischiosi. Diventa così fondamentale il supporto delle osservazioni satellitari.
Integrazione è dunque la nuova parola d’ordine, con un monitoraggio dei ghiacciai basato sempre più su numerosi satelliti e su dati ottenuti da differenti tecniche di osservazione.
A partire dalla collaborazione al progetto Polar Space Task Group dell'Organizzazione meteorologica mondiale, Asi vanta ormai un’esperienza quasi decennale nel monitoraggio dallo spazio dei ghiacciai, grazie soprattutto alla costellazione Cosmo Skymed e ai suoi satelliti dotati di radar ad apertura sintetica.
Nelle immagini radar di Cosmo Skymed la neve e il ghiaccio appaiono in modo completamente diverso. Un monitoraggio dettagliato dei ghiacciai alpini permesso anche dai sensori multispettrali della missione Prisma di Asi.
Dettaglio, precisione e integrazione di diverse osservazioni: punti di forza dell’innovativo sguardo dallo spazio sui ghiacciai che non potrà però cambiare il loro destino sotto gli effetti del cambiamento climatico.
Immagine in evidenza: Ubicazione dei ghiacciai italiani dal Catasto dei ghiacciai italiani Crediti: Comitato Glaciologico Italiano
Ещё видео!