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© Paolo Gionchetti / Adnkronos / 2021
Intervista al professor Paolo Gionchetti, Direttore del Centro per le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali "Massimo Campieri" del Policlinico Sant'Orsola di Bologna, Professore di Medicina Interna all'Università di Bologna, Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, Internista, Gastroenterologo, svolge le sue ricerche nell'ambito delle Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (MICI). Gli interessi di ricerca sono rivolti in particolare alla patogenesi, diagnosi e sviluppo di nuove terapie. Impegnato in progetti di ricerca nazionali e internazionali, collabora con diversi istituti europei.
Entyvio (vedolizumab) è un immunosoppressore biologico, con selettività per l’intestino. È un anticorpo monoclonale umanizzato che si lega in modo specifico all’integrina α4β7, che è espressa in modo preferenziale sui linfociti intestinali (gut-homing) T helper. Legandosi ad α4β7 su alcuni linfociti, vedolizumab inibisce l’adesione di queste cellule alla molecola di adesione cellulare mucosa-addressina (MAdCAM-1, Mucosal Addressin Cell Adhesion Molecule-1), ma non alla molecola di adesione cellulare vascolare (VCAM-1, Vascular Cell Adhesion Molecule-1). Vedolizumab non si lega né inibisce la funzione delle integrine α4β1 e αEβ7. 12 L’integrina α4β7 è espressa su un discreto sottogruppo di linfociti T helper della memoria, che di preferenza migrano nel tratto gastrointestinale (GI) provocando l’infiammazione caratteristica della colite ulcerosa e del morbo di Crohn, entrambe patologie infiammatorie croniche immuno-mediate del tratto GI. Vedolizumab riduce l’infiammazione gastrointestinale nei pazienti con colite ulcerosa, morbo di Crohn e pouchite. L'AIFA ha approvato il vedolizumab sottocute, una nuova arma contro le malattie infiammatorie croniche intestinali. Dall'innovazione di Takeda il farmaco potrà essere somministrato anche con una iniezione sottocutanea senza perdere di efficacia e anzi contribuendo all'aderenza terapeutica.
Le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (MICI) sono caratterizzate da un processo infiammatorio cronico della mucosa colica (nel caso della colite ulcerosa) o dello spessore della parete intestinale, con distribuzione settoriale, di tutti i segmenti intestinali (nel caso della malattia di Crohn o morbo di Crohn). Il picco di maggiore incidenza cade tra i 20 ed i 30 anni di età senza distinzione di sesso. L'eziologia è sconosciuta ma sicuramente multifattoriale. Le ipotesi più accreditate indicano una componente genetica che, sotto la spinta della microflora intestinale, di una alterata permeabilità di membrana e di una disregolazione del sistema immunitario mucosale, portano ad un processo infiammatorio che si auto mantiene. Le strategie terapeutiche si basano su farmaci antiinfiammatori e/o immunosoppressori, adeguandole alle caratteristiche della malattia del singolo paziente. La complessità delle manifestazioni cliniche, le complicanze od il fallimento terapeutico, rendono necessario ricorrere alla chirurgia che, se risulta curativa nella colite ulcerosa, risolve solo la complicanza nella malattia di Crohn. In entrambi i casi è necessario che un team medico-chirurgico esperto valuti quando è il momento giusto per ricorrere alla chirurgia e stabilisca le possibilità terapeutiche dopo un intervento di risoluzione di una complicanza. Inoltre, le possibili concomitanti manifestazioni extraintestinali, in particolare articolari, cutanee, oculari, metaboliche, endocrine, legate alla malattia o causate dalla terapia, rendono necessario il ricorso ad una serie di specialisti di varie discipline. La malattia di Crohn o morbo di Crohn, nota anche come enterite regionale, è una malattia infiammatoria cronica dell'intestino (MICI) che può colpire qualsiasi parte del tratto gastrointestinale, dalla bocca all'ano, provocando una vasta gamma di sintomi. Essa causa principalmente dolori addominali, diarrea (che può anche essere ematica se l'infiammazione è importante), vomito o perdita di peso, ma può anche causare complicazioni in altri organi e apparati, come eruzioni cutanee, artriti, infiammazione degli occhi, stanchezza e mancanza di concentrazione. La malattia di Crohn è considerata una malattia autoimmune, in cui il sistema immunitario aggredisce il tratto gastrointestinale provocando l'infiammazione. Non esiste ancora una terapia farmacologica risolutiva o una terapia chirurgica eradicante per la malattia di Crohn. Le possibilità di trattamento sono limitate al controllo dei sintomi, al mantenimento della remissione e alla prevenzione delle ricadute. La rettocolite ulcerosa (colite ulcerosa) è una malattia infiammatoria cronica intestinale che coinvolge selettivamente la mucosa del retto e/o del colon, nella maggioranza dei casi la parte discendente. Si tratta di una malattia idiopatica, ciò sta a significare che non si conosce l'esatta eziologia della patologia.
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