MILANO
Oltre cento arresti, trecento agenti impegnati in una serie di retate da Nord a Sud, e la scoperta di un nuovo canale di approvvigiamento per la droga a Milano, un canale parallelo a quello gestito dalla 'ndrangheta. E' il risultato di un'indagine durata due anni che ha di fatto smantellato due reti criminali: una composta da gruppi operanti tra Milano e altre province del Nord Italia, quali Como, Varese, Torino, Biella, Genova. L'altra, di carattere transnazionale, composta per lo più da cittadini serbi, montenegrini e sloveni, i cui vertici, localizzati in Serbia e in Slovenia, hanno favorito, avvalendosi di cellule operative in Italia, in altri Paesi Europei ed in alcuni Stati del Sud America, l'approvvigionamento ed il successivo smercio di ingenti quantitativi di cocaina tra il 2007 ed il 2009.
«L'organizzazione di narcotrafficanti sgominata oggi dopo una lunga e difficilissima indagine costituisce un nuovo canale di approvvigionamento della droga in Italia e a Milano in particolare che si è affiancato a quello tradizionale gestito dalla 'ndrangheta», ha detto Piero Grasso, Procuratore nazionale Antimafia.
La piazza di Milano, tradizionale snodo del traffico e dello smercio di stupefacenti in Lombardia e in tutto il Paese non è più una «esclusività della 'ndrangheta» ma all'organizzazione italiana di stampo mafioso si è affiancata, in una sorta di libero mercato che riesce ad assorbire senza problemi anche nuovi soggetti, l'organizzazione internazionale balcanica «la cui forza era la concorrenzialità dei prezzi e della logistica» cioè la capacità di portare in Italia imponenti quantitativi di cocaina a costi contenuti e assumendosi ogni responsabilità logistica.
All'appello, 105 le richieste di arresto, mancano ancora alcuni affiliati e Darko Saric, uno dei capi dell'organizzazione, è finito in manette in Montenegro invece il fratello, suo braccio destro.
cittadinocampano
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