La mancata copertura della spesa previdenziale e, soprattutto, sociale in 40 anni ha ingigantito il disavanzo per alimentare il consenso politico.
Come si è generato l’enorme debito pubblico italiano che è in procinto di tagliare la soglia dei 3.000 miliardi di euro, gettando più di un’ombra sulla sua sostenibilità? A questa ed altre domande formulate dagli spettatori de “Lo Schiacciasassi” tenta di rispondere questa puntata basandosi anche sui dati di una ricerca del Centro studi e ricerche Itinerari Previdenziali realizzata da Bruno Bernasconi che ha messo in linea una serie di numeri decisamente preoccupanti, sottovalutati pesantemente da tutta la politica italiana degli ultimi 40 anni.
Dall’analisi dei dati rielaborati dal Centro studi e ricerche Itinerari Previdenziali nel Settimo Rapporto “La Regionalizzazione del Bilancio Previdenziale italiano”, presentato lo scorso 7 novembre al CNEL, emerge come ben 12 Regioni italiane presentino un rapporto tra entrate contributive e uscite per prestazioni al di sotto del 75%, soglia che può essere considerata come uno spartiacque di un sistema vicino all’equilibrio, con pesanti disavanzi soprattutto nel Mezzogiorno. Com'è facilmente intuibile, ciò determina deficit annuali che hanno contribuito a far lievitare il debito pubblico, sottraendo oltretutto risorse a quegli investimenti in produttività e competitività che migliorerebbero il mercato del lavoro, riequilibrando il sistema.
L’entità dei disavanzi regionali, e il conseguente squilibrio tra le diverse aree del Paese, è ben spiegata dal peso assunto dalla componente assistenziale tra le varie voci di spesa. Dall'aggregazione dei dati per macroaree, emerge che il Mezzogiorno, dove si trovano la maggior parte delle regioni con deficit più elevati, assorbe il 52,37% dell’intera spesa assistenziale con una popolazione residente pari al 33% del totale, contro il 28,21% del Nord che però ospita il 46% della popolazione italiana.
L’indagine di Bernasconi condotta lungo una serie storica di ben 42 anni, dal 1980 al 2021, non mostra cambiamenti sostanziali nella distribuzione regionale delle entrate e delle uscite, rimarcando invece un'insufficiente capacità di coprire con contributi di scopo la spesa per welfare.
Analizzando la serie storica dei dati si nota come le entrate contributive siano aumentate dai 16,2 miliardi di euro del 1980 ai 148,6 miliardi del 2021, con un incremento dell’816%, inferiore però al +919% segnato dalle uscite per prestazioni, salite da 17,9 a 182,5 miliardi per effetto, da un lato, dell’adeguamento dell’importo delle pensioni e, dall’altro, dell'erogazione di maggiori trattamenti assistenziali.
L’incremento della spesa per prestazioni ha generato una serie di deficit annuali che sono stati finanziati mediante emissione di debito pubblico, cresciuto di un impressionante 2.194% e passato dai 116,74 miliardi del 1980 ai 2.678,4 del 2021 (2.847 miliardi al settembre 2023).
Nei 42 anni analizzati dalla Settima Regionalizzazione di Itinerari Previdenziali, sommando tutti i disavanzi INPS si arriva a una cifra di 1.098,75 miliardi che, aggiungendo la stima dei saldi delle gestioni dei dipendenti pubblici pari a 252,7 miliardi, porta il deficit accumulato in moneta corrente a 1,351,5 miliardi, pari a oltre la metà dei 2.678 miliardi di debito pubblico 2021. Calcolando invece l’incidenza dei disavanzi sul debito pubblico in moneta 2021, il sistema INPS evidenzia un disavanzo cumulativo di periodo pari a 1.479,5 miliardi di euro, al quale si somma quello prodotto dalle gestioni dei dipendenti pubblici (344,73 miliardi) per un totale di 1.824,2 miliardi, pari al 68,1% del debito pubblico italiano.
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00:00 introduzione
00:50 il debito pubblico italiano è a quota 2.847 miliardi con una tendenza a sforare la soglia del 3.000 miliardi
01:30 la ricerca del centro studi Itinerari Previdenziali
03:30 l’eccessivo assistenzialismo pubblico non accompagnato da adeguate entrate ha generato un gigantesco disavanzo
04:45 il disavanzo regionale dei contributi previdenziali
06:00 la leva del debito pubblico previdenziale e assistenziale utilizzata per acquisire il consenso politico
07:15 la sperequazione nella ripartizione del carico fiscale tra fasce di contribuenti
10:00 la necessità di riequilibrare tra vari scaglioni di contribuenti il peso tributario
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