Giovedì 1 settembre 2016 è stata la prima giornata di preapertura della caccia: solo la Provincia di Brescia in Lombardia ha permesso l’attività venatoria in anticipo rispetto all’apertura generale, prevista per la terza domenica di settembre, caccia limitata alle sole specie Cornacchia grigia e Cornacchia nera.
Purtroppo come era lecito aspettarsi, l’interesse nei confronti dei corvidi è pressochè nullo, ma la preapertura diventa la possibilità per bracconieri e cacciatori malintenzionati per abbattere esemplari protetti e di specie vulnerabili, che in questi giorni sono in migrazione.
Il primo controllo effettuato dalle Guardie Venatorie WWF Nucleo Brescia, nel Comune di Capriano del Colle, ha permesso di cogliere in flagranza di reato due cacciatori che esercitavano la caccia da appostamento fisso, utilizzando un richiamo acustico vietato.
I due cacciatori avevano abbattuto solo uccelli protetti: 12 prispoloni, 1 balia nera e un pigliamosche; un prispolone ferito che veniva consegnato al CRAS WWF Valpredina periva per le ferite.
“ L’episodio rappresenta un vero record” afferma Antonio Delle Monache Coordinatore Regionale Guardie WWF Lombardia “Il primo controllo della stagione venatoria e già possiamo constatare un gravissimo atto di bracconaggio.”
L’attività antibracconaggio è stata svolta in stretta collaborazione con il Corpo di Polizia Provinciale di Brescia, che ha provveduto al sequestro delle armi da caccia, del richiamo vietato e della fauna protetta uccisa. I cacciatori sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria.
Si invitano i cittadini a segnalare eventuali casi di caccia illegale al numero antibracconaggio 328 7308288, o tramite la pagina Facebook www.facebook.com/guardiewwflombardia
La preoccupazione per la preapertura della caccia è stata espressa dal WWF Italia nei giorni scorsi.
Nonostante le evidenze scientifiche e le normative europee che non consentono la caccia nel periodo di fine estate, nel nostro Paese si continua ad autorizzare l’uccisione di animali selvatici proprio quando questi sono più vulnerabili. Di sovente, poi, oltre al danno si concretizza anche la beffa perché alla strage di migliaia di animali dichiarati cacciabili dalle regioni bisogna aggiungere il disturbo alle specie non cacciabili e le numerose uccisioni “accidentali” (molte specie possono essere confuse) o, peggio, veri e propri episodi di bracconaggio.
Non è un caso che l’Europa (l’Italia è stata più volte richiamata dalla Commissione UE con l’avvio di procedure d’infrazione) non consenta la caccia in alcuni periodi dell’anno fra i quali rientra la fine dell’estate per le condizioni in cui si trovano numerose specie: piccoli ancora immaturi, le specie migratrici che devono prepararsi ai lunghi voli di ritorno verso i luoghi di svernamento, la scarsità di acqua e cibo a causa delle siccità estive, degli incendi e le specie che stanno ancora nidificando. A tutto questo, in Italia si aggiunge anche un deficit di controlli, sempre più scarsi e, quindi, inefficaci, per la prevenzione e la deterrenza rispetto ai reati venatori. Situazione in peggioramento anche a causa dei vari “riordini” che interessano le Polizie Provinciali e il Corpo Forestale dello Stato.
Anche se è impossibile calcolare il numero reale degli animali uccisi dalla caccia “autorizzata”, a causa delle falle nel sistema venatorio, si stima che sotto i colpi delle doppiette potranno essere abbattuti in tutta la stagione venatoria decine di milioni di animali: una mattanza compiuta dai circa 700 mila cacciatori italiani (ovvero poco più dell’1% della popolazione italiana, in diminuzione nel numero e in aumento per età media). La stragrande maggioranza degli italiani è invece contraria alla caccia, come dimostra una recente indagine Eurispes secondo la quale il 68% degli italiani si schiera contro l’attività venatoria.
Le preaperture della stagione della venatoria, in Italia si inseriscono in un quadro di estrema difficoltà per la fauna selvatica, già fortissimamente segnata dagli abbattimenti illegali. In particolare per gli uccelli, secondo il rapporto di BirdLife International, uscito proprio quest’anno, nel nostro paese si arriva a un numero di uccisioni illegali pari a 5.600.000 di stima media (range da 3.400.000 a 7.800.000).
La crescita di sensibilità certamente positiva nei confronti della Natura, frutto del grande lavoro di sensibilizzazione ed educazione ambientale svolto da associazioni come il WWF che nei suoi 50 anni di vita ha contribuito al miglioramento delle condizioni della fauna e nel rispetto delle norme europee. Il 2016 è l’anno del cinquantesimo anniversario dalla fondazione del WWF Italia: 5 decenni di impegno grazie all’attività di volontari, guardie ambientali, avvocati, studiosi ed esperti sempre in favore della Natura.
Milano, 02 settembre 2016
Per info 331 6012399
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