Macchiaioli: un po’ di storia
I coniugi Jucker legano quindi il loro nome al collezionismo delle opere del secondo ‘800 italiano, ed in
particolare della corrente pittorica dei Macchiaioli, ai quali si sono appassionati fin dai primi anni ’30 e
durante la Seconda Guerra Mondiale. Ma chi sono i Macchioli?
Nascono a Firenze nella seconda metà del XIX secolo, al Caffè Michelangelo dove si incontrava il gruppo di
pittori che dà vita al movimento e nel quale spiccano i nomi di Telemaco Signorini, Raffaello Sernesi,
Silvestro Lega e Giovanni Fattori.
Il termine Macchiaioli viene coniato (spregevolmente) intorno al 1860 da un giornalista della “Gazzetta del
Popolo” che in occasione dell’Esposizione Nazionale descriveva così quegli artisti che nel 1855 avevano
dato origine ad un rinnovamento anti-accademico della pittura italiana.
La poetica macchiaiola è verista e sostiene che sia il colore ad avere la priorità sul disegno, per questo
motivo viene steso a macchie con brevi pennellate, realizzando quadri dai contorni sfumati, con volumi
definiti da luci e ombre e toni contrastanti dei colori che definiscono le figure riuscendo così a creare un
rapporto rinnovato con la realtà creando un rapporto diretto con la natura.
Grazie alla loro tecnica molti studiosi li considerano i pionieri della pittura impressionista.
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