«Believe me when I say to you, I hope the Russians love their children too». Tradotto in italiano: «Spero che anche i russi amino i bambini». Lo cantava Sting nel 1985 in un brano dal titolo “Russians” per l'appunto. Un messaggio di pace diretto alle classi dirigenti sovietiche e americane di allora. Ed è proprio sulle note di questa stessa canzone che, nel retropalco della “Marcia per la Pace” indetta dalla Regione Campania in piazza del Plebiscito a Napoli, il governatore Vincenzo De Luca lancia il suo appello per un cessate il fuoco in Ucraina. «Saremo in 50mila in questa piazza, è per questi ragazzi che dobbiamo arrivare al cessate il fuoco, che dobbiamo svegliare l'Italia e l'Europa dal sonno della ragione. Dobbiamo bloccare le armi, bloccare il bagno di sangue che è in atto» ha detto il presidente della giunta regionale campana.
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Per De Luca lo stop al rombo dei cannoni e dei bombardamenti è la precondizione per insediare «con le Nazioni unite una conferenza di pace alla quale dobbiamo chiamare a partecipare la Cina Popolare, che può esercitare una pressione decisiva nei confronti della Russia». «Mentre parliamo – ha ricordato - ci sono migliaia di giovani che muoiono in Ucraina, mutilati, deportati. Fermate le armi e cessate il fuoco, poi si insedi la conferenza di pace e in quella sede si discuterà nel merito l'equilibrio da trovare per riportare la pace». Per la guida di Palazzo Santa Lucia, in caso di distensione del conflitto «si porrà anche il tema dell’invio di armi all’Ucraina». «Questa è stata armata dall'Occidente e giustamente l'abbiamo messa in condizione di difendersi, ma oggi è necessario fermarsi un attimo, tutti devono fermarsi per consentire d'insediare la conferenza di pace», ha rimarcato.
Servizio di Emiliano Caliendo
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