La “Posidonia oceanica” è una pianta marina endemica del Mediterraneo, le cui praterie rivestono un’enorme importanza per la vita del mare. E, secondo recenti studi, catturerebbe anche i piccoli frammenti di plastica che, purtroppo, sempre più spesso sono presenti nelle acque, a causa dell'inquinamento prodotto dall'uomo. Spesso scambiata per un’alga, la “Posidonia oceanica” è in realtà una pianta, con caratteristiche simili a quelle terrestri, con radici, un fusto rizomatoso e foglie nastriformi che possono raggiungere anche il metro di lunghezza. Svolge anche un ruolo fondamentale nella produzione di ossigeno: grazie al suo sviluppo fogliare, libera nell’ambiente fino a 20 litri di ossigeno al giorno per ogni metro quadrato di prateria. Per questo è considerata un vero “polmone” del nostro mare e la sua presenza è garanzia di salubrità ambientale. Adesso si è scoperto che la posidonia ha anche un altro fondamentale ruolo: riesce ad essere filtro e trappola per la plastica. Anche l'Università della Calabria è impegnata in queste ricerche: nel Laboratorio di Biologia e Proteomica Vegetale del dipartimento di Chimica e Tecnologie Chimiche, alcune piante di posidonia sono state fatte crescere e sviluppare in particolari acquari. Poi sono state trapiantate nei fondali degli Scogli di Isca, a Belmonte Calabro, in un ambiente sottomarino protetto. Questo specchio di mare, grazie ad un progetto di ripopolamento realizzato in collaborazione con il Flag Perla del Tirreno e l'Ente Parchi Marini Regionali della Calabria, è stato quindi ripopolato con nuove piante di posidonia, che qui era quasi scomparsa. Gli studi continuano, per testare la capacità filtrante della pianta.
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