Ha sparato all’ex socio del capanno da pesca il 30 novembre del 2013 sull’argine del Reno a Casal Borsetti ed ora è stato condannato agli arresti domiciliari per sei anni e otto mesi. Nonostante la Procura ne avesse chiesti più del doppio, il 76enne Mario Venturi è stato dichiarato in uno stato di semi infermità mentale dal Tribunale il giorno del delitto che portò alla morte dell’uomo il 26 aprile scorso dopo un anno e mezzo di agonia. Il danno provocato dal proiettile calibro 7,65 che si è conficcato nella colonna vertebrale dell’ex socio fu letale: infatti non venne mai estratto. Un processo conclusosi con non pochi colpi di scena: all’inizio l’accusa era di tentato omidicio poi divenuto omicidio dopo il decesso di Biondelli. Il giudice ha, alla fine, dato credito alla versione del perito del Tribunale incaricato dal collegio penale durante il primo processo per tentato omicidio, che ha ritenuto semi infermo di mente l’imputato. E’ convinto di altro il pm Scorza secondo il quale quel sabato di fine novembre Venturi sarebbe andato a Casal Borsetti appositamente per vendicarsi dopo che venne allontanato dal capanno anni fa. Tutto faceva pensare a un regolamento di conti dunque. L’uomo era armato, non scese dalla macchina ma abbassò il finestrino e poi premette il grilletto una volta trovato Biondelli.
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