Alcune orchidee si possono riprodurre facendo talee di foglia come molte altre Pleurothallidinae: Pleurothallis, Dryadella, Stelis e tante altre
dal libro ORCHIDERIA DI MOROSOLO 3° edizione, pag 369, € 20 acquistabile da www.orchideria.it o amazon.it: Restrepia A questo genere appartengono dei veri gioielli botanici, originarie dell’America tropicale, dal Messico alla Bolivia, ma la maggior parte si trova in Colombia, fioriscono soprattutto in primavera, ma non è raro avere fiori anche nelle altre stagioni; sono parenti stretti delle Pleurothallis. Sono piante miniatura, ogni nuova foglia può produrre in successione da 1 a 10 fiori e anche dei keiki, i fiori, quasi sempre molto grandi rispetto alle dimensioni della pianta, hanno la caratteristica di avere i sepali laterali parzialmente o totalmente saldati assieme formando il sinsepalo che è la parte più vistosa del fiore, i petali ed il sepalo dorsale sono sottili e terminano a goccia così che sembrano le antenne di un insetto, il labello è piccolo ed è appena sospeso sul sinsepalo di cui ripete quasi sempre disegno e colori, il tutto ha un aspetto molto particolare.
Le Restrepie, come diverse altre Pleurothallidinae, si possono riprodurre da foglia. si staccano le foglie vecchie e si infila il picciolo nello sfagno o in corteccia fine fino all’attaccatura della foglia, nel giro di qualche mese spunteranno nuove piantine.
La prima Restrepia fu scoperta in Perù dai botanici spagnoli Ruitz e Pavon nel 1779 che però non le diedero un nome, in Colombia fu poi descritta da Alexander Humboldt che gli diede questo nome in onore dello storico colombiano J.M. Restrepo (1782-1863). Nel 1800 i cacciatori di orchidee spedivano le piante ai loro committenti in vari paesi europei dove venivano descritte da botanici locali e poiché i botanici non comunicavano molto tra loro accadeva che la stessa specie veniva descritta con nomi diversi dai diversi botanici questo ha creato una gran confusione che dura ancora oggi. Carlyle A. Luer* ha impiegato10 anni per mettere ordine revisionando il genere e facendo piazza pulita di tutti i vecchi nomi e sinonimi e rinominando numerose specie finchè nel 1996 stabilì 51 specie alcune molto variabili in forma e dimensione a causa della vasta distribuzione geografica.
Come altre orchidee di montagna amano una leggera ventilazione e soffrono l’aria stagnante, inoltre poiché in natura le loro radici affondano nel muschio non devono mai asciugare troppo. Sono piante fiorifere e di grande soddisfazione purchè si possa fornire loro un ambiente fresco, ventilato ed una buona umidità atmosferica.
*Carlyle A. Luer (1922-2019) era un famoso chirurgo statunitense che all’età di 62 anni fu colpito da una malattia che gli impediva di proseguire nella sua attività chirurgica. Luer era un gran lavoratore e adesso a seguito della malattia si trovava disoccupato, era amico di famiglia dei Selby, proprietari del Mary Selby Botanical Garden, (il più importante centro studi al mondo delle piante epifite), e non sapendo come occupare il tempo si trovava spesso al Mary Selby Botanical Garden. In quel periodo il direttore del Selby era Calaway Dodson che dopo un pò si era stufato di avere sempre fra i piedi Luer, un giorno Dodson stava esaminando una pianta del genere Pleurothallis quando è arrivato Luer, che come al solito non avendo niente da fare bighellonava e Dodson, che ne era infastidito gli disse ”Se non hai niente da fare studia queste piante che non le studia nessuno” detto fatto, da allora Luer si è buttato a capofitto nello studio delle Pleurothallidineae, essendo un gran lavoratore e molto metodico in questi anni ha classificato un numero altissimo di orchidee di questo gruppo.
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