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Gli interventi per patologie cardiache sono spesso procedure salvavita e negli anni sono divenute sempre più conservative grazie alla cardiologia interventistica che utilizza tecniche percutanee transcatetere (inserimento di un catetere dall'arteria radiale o femorale) come l'angioplastica in caso di infarto del miocardio, la TAVI per la sostituzione della valvola aortica in caso di stenosi (l'intervento recentemente effettuato dal leader dei Rolling Stones Mick Jagger) o la Mitraclip per la riparazione della valvola aortica, tutto questo al posto della cardiochirurgia tradizionale, quindi torace chiuso, senza il taglio dello sterno e senza dover ricorrere alla circolazione extracorporea. Tecniche che consentono di avere tempi di recupero nettamente ridotti e che possono essere indicate sia per pazienti ad alto rischio e fragili come gli anziani - che sono stati i primi a beneficiare di tecniche mininvasive - sia per pazienti giovani a basso rischio come emerso da un recente studio pubblicato sul New England Journal of Medicine, con la stessa percentuale di successo di un intervento tradizionale.
Una vera e propria rivoluzione per il trattamento delle patologie cardiache, che colpiscono milioni di persone in tutto il mondo, tecniche che però in Italia sono ancora poco utilizzate se si considera che ad oggi neanche il 20% dei pazienti candidabili a tali procedute viene avviato ad un intervento di cardiologia interventistica.
Abbiamo parlto di angioplastica, Tavi, Mitraclip con il Prof. Giuseppe Tarantini, Presidente GISE nel corso del convegno Think Heart, svoltosi a Roma il 3 e il 4 Maggio.
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