IL PARTIGIANO JOHNNY - Figli di nessuno
scene tratte da "Il partigiano Johnny" di Guido Chiesa
Storia e tradizione della musica popolare italiana
"Figli di nessuno" - Canti Partigiani
"Born unknown when and where
bred by public charity
without father
without mother
without a name
we live in freedom like birds
Nobody's sons live in the forest
everyone disrespects us
because we are torn
but if someone take our command
nobody's sons can fight even in fasting
We live in woods and on peaks
and let ourselves guide only by eagles
once rejected the enemy out border
beautiful Italy we can free
Nobody's sons walk trough forest and mountain
one day we'll reject the enemy outside borders
and then can return to live free like birds"
I "Figli di nessuno" erano i ribelli delle formazioni genovesi
che nel tumultuoso periodo seguente la I° Guerra Mondiale
si aggregarono spontaneamente in gruppi di combattimento
per contrapporre alla violenza fascista la giustizia proletaria
con azioni di lotta e legittima autodifesa.
In seguito,nel Luglio 1921,i suoi aderenti confluirono negli
Arditi del Popolo, l'unica organizzazione strutturalmente
in grado di opporsi sul territorio al dilagante terrorismo
squadrista,ma l'ottusità e il settarismo ideologico dei partiti
che allora costituivano il variegato fronte dell'opposizione
democratica ne vanificò purtroppo l'operato condannando
così il popolo italiano al tragico ventennio in camicia nera.
Appoggiati e sostenuti concretamente dal solo movimento
libertario, in particolare l'Uai (Unione Anarchica Italiana)
che ne alimentava la base militante ed i quadri dirigenti,
pagarono lo scotto dell'isolamento politico con la sconfitta
sul campo e le sue inevitabili conseguenze sino al riscatto
con la Resistenza e la rivincita finale della Liberazione.
Il brano trae origine nelle radici della tradizione popolare e
se ne conoscono numerose varianti differenti una dall'altra
sia per quanto concerne il testo che la base musicale.
Il sincretismo temporale ha fatto sì che ne esistano versioni
militari,alpine in primo luogo,o più prettamente folkloristiche,
quella quì proposta è solamente una scelta fra le tante,
e cioè l'inno di battaglia dei Partigiani delle montagne
liguri e delle confinanti province piemontesi.
Ma la cosa veramente paradossale è come anche i fascisti,
nella loro proverbiale ignoranza,abbiano malauguratamente
incluso il brano nel proprio vasto repertorio di "brutte copie"
nel tentativo di colmare il loro smisurato vuoto culturale.
Così può capitare ancor oggi che qualche balda ed ignara
testa rapata semianalfabeta intoni, senza esserne
minimamente consapevole, un bel canto della Resistenza,
rendendo in tal modo il dovuto omaggio alla memoria dei
Partigiani che con il Loro eroico sacrificio ebbero il merito
d'imporre resa e castigo all'odiato oppressore.
Lungi dall'idea d'impartire lezioni di Storia a chicchèssia,
tantomeno a menti dalle desuete sinapsi cerebrali, era però
davvero impossibile resistere alla tentazione d'esemplificare
con una elementare metafora musicale la falsità di fondo
su cui si basa il cosidetto revisionismo storico ed ogni
alibi mendace teso a sdoganare la destra nostrana.
Dedicata ai sogni di tenebre dei poveri illusi dai fuochi fatui
di qualche brevilineo folletto maligno affinchè non cullino
inutilmente funeste speranze di vittoria: ovunque vi conduca
il vostro rigurgito di odio represso là troverete sempre e
comunque ad attendervi Figli di Nessuno cui rendere conto.
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