Durante questa puntata di 'Box Salute' la conduttrice e giornalista Antonella Baronio insieme all'ospite in studio Dottor Luciano Lozio, farmacista, farmacologo e considerato uno dei padri fondatori della farmacologia probiotica; ci hanno parlato della candidosi e del colesterolo.
In particolare abbiamo parlato di micosi, malattie causate da funghi, in particolare approfondiremmo la più diffusa e conosciuta chiamata 'candidosi', patologia che può potenzialmente colpire qualsiasi parte del corpo.
Il fungo che la causa (Candida albicans e altre specie di Candida) è un comune, commensale, saprofita (organismo che si nutre di materia organica morta) che vive in formaggi, terreni e sulle mucose intestinali di molti individui sani. Si calcola che colonie di candida siano presenti sulle mucose (orofaringe, tratto gastrointestinale, vagina) dell'80% degli individui sani.
La candida infatti, di per sé, è un lievito che per certi aspetti vive in simbiosi con l'organismo umano, partecipando alla digestione degli zuccheri, anche se in realtà è più corretto definirla un organismo saprofita. L'80% dei casi di candidosi è dovuto all'infezione da Candida albicans, mentre il rimanente 20% è causato da altre specie di funghi appartenenti alla stessa famiglia (candida tropicalis 1%-5% e candida glabrata 10%).
Inoltre abbiamo visto che attualmente, in Italia, il peso complessivo delle malattie cardiovascolari sul totale dei decessi si avvicina al 50%. Per questo motivo, abbiamo dedicata la seconda parte della trasmissione ad un problema così diffuso chiamato 'il colesterolo'.
Ormai da molti anni, l'attenzione di un impressionante numero di ricercatori si è focalizzata sui fattori di rischio implicati nello sviluppo della malattia aterosclerotica, in quanto principale responsabile delle morti per incidenti cardiovascolari.
I valori di colesterolo hanno rappresentato a lungo lo standard di riferimento per valutare questa tipologia di rischio. Semplice da misurare ed economico - ma ormai considerato superficiale e poco significativo - il colesterolo totale è soltanto uno dei tanti fattori predisponenti, come l'ipertensione, il diabete mellito, il fumo di sigaretta, l'obesità , l'ipertrigliceridiemia, la familiarità per tali patologie e l'inattività fisica. E' questo il quadro che emerge dagli ultimi studi del settore, che hanno acquisito con il tempo maggiore sensibilità, specificità e spirito critico. Ormai da qualche anno si è quindi iniziato a parlare con sempre maggiore insistenza di sindrome metabolica, omocisteina, iperuricemia, aggregabilità piastrinica, apolipoproteine [Lp(A1) e Lp(B)], radicali liberi, fattori proinfiammatori (soprattutto la proteina C reattiva o PCR), ossido nitrico e di tanti altri "termometri del rischio cardiovascolare".
A questo punto è lecito interrogarsi sull'opportunità di mandare o meno in pensione il classico monitoraggio dei valori di colesterolo. Anche se la risposta a questa domanda, ovviamente, è negativa, un medico coscienzioso dovrebbe indirizzare i propri pazienti, specie quelli considerati a rischio, verso esami molto più approfonditi.
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