Roma, (askanews) - Il Chianti festeggia i suoi 300 anni, ma più invecchia più viene apprezzato in tutto il mondo. Sono passati tre secoli dal 24 settembre 1716, giorno in cui il granduca Cosimo III de' Medici emanò un bando per delimitare le zone di produzione del Chianti Classico, del Valdarno di Sopra, del Pomino/Chianti Rufina, e del Carmignano. Un'area compresa tra le città di Firenze e Siena. Da allora è sempre stato un'eccellenza Toscana, italiana, con il suo colore rosso rubino, spesso intenso, e il sapore armonico e asciutto.
I vitigni che producono il Chianti si estendono per oltre 70mila ettari. La produzione è in media di 35 milioni di bottiglie all'anno di Chianti classico. Un vino che si esporta molto all'estero, in circa 100 paesi, e che attira turisti stranieri che ogni anno vengono in questa parte della Toscana per acquistarlo, degustarlo e visitare le cantine storiche in cui si produce.
Oggi le coltivazioni sono moderne, ma nel rispetto delle antiche tradizioni.
"Qui facciamo molta attenzione alla sostenibilità - dice Manfred Ing che lavora alla cantina Querciabella - stiamo molto attenti al terreno e ai trattamenti che usiamo sui vigneti e sugli effetti che potrebbero avere sui figli dei figli dei nostri figli".
E oggi ci sono anche tante donne che si occupano di vino, con passione. Come Susanna Grassi, dell'azienda agricola I Fabbri: "Noi donne viviamo la nostra gravidanza con molta pazienza godendoci questo momento e pensando al risultato che sarà sicuramente bellissimo, ed è un po' così anche nel vino, lo aspettiamo tutto il tempo necessario e abbiamo sempre la certezza che, comunque, sarà un prodotto eccellente".
Un vino che piace alle donne, anche alle straniere. "Ti lascia un sapore davvero buono soprattutto alla fine - spiega una turista canadese - non saprei definirlo ma è come quando sei verso la fine di una canzone delicata, che poi finisce in un modo davvero armonioso".
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