La tecnologia biometrica oggi ci permette di identificare una persona anche a partire dalle sue caratteristiche fisiche, come le impronte digitali, la voce, l’iride o il viso.
Il riconoscimento facciale è una delle principali applicazioni di questa tecnologia, usato oggi in moltissimi ambiti, ad esempio per bloccare in modo sicuro i nostri smartphone.
Ma il riconoscimento facciale, quando usato per l’identificazione biometrica nei luoghi pubblici o come strumento per perseguire e prevenire reati, ha anche un lato oscuro: malfunzionamenti, errori, discriminazioni algoritmiche, abuso di potere e sorveglianza di massa.
Insieme a Guido Scorza del Garante Privacy e i co-founder di Privacy Network parleremo di questi rischi, e di quello che sta succedendo in europa e in Italia, come anche del caso Clearview AI - il più grande database al mondo per il riconoscimento facciale.
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