La Basilica del Santissimo Salvatore è l'esempio più classico a Bologna di come l'architettura cattolica sia cambiata alla luce degli stimoli della riforma Luterana, dopo il Concilio di Trento: tutto tende a sottolineare l'unità del popolo di Dio e il desiderio della Chiesa di portare con rinnovato vigore l'annuncio cristiano a ciascun uomo, ma anche la centralità di Cristo. A spiegarlo è monsignor Stefano Ottani, vicario generale della diocesi di Bologna. Racconta l'interno della chiesa Massimo Sandrolini, esperto della storia della Basilica. La chiesa dei Celestini è stata retta per anni dai monaci dell'ordine nato da San Pietro del Morrone, reso noto dall'ingeneroso verso dantesco "Colui che fece per viltade il gran rifiuto", riferito alla sua nomina a Papa col nome di Celestino V e alla sua successiva rinuncia. Racconta don Riccardo Torricelli.
Puntata n.4 della terza stagione di Tracce d'Infinito, in onda su E'tv Rete 7. Un programma di Michela Conficconi, in collaborazione con Arte e fede dell'Arcidiocesi di Bologna, Centro studi per la cultura popolare e Via Mater Dei.
La Basilica di San Salvatore e la chiesa dei Celestini
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