"Ascoltando Giordano Bruno" é un format ideato dal regista Afro de Falco e dallo studioso Salvatore Forte, ed ha come obiettivo quello di veicolare il pensiero del filosofo Giordano Bruno, a chi non ha molta dimestichezza con le sue opere. Anche se in realtá il format é indicatissimo anche a coloro i quali Giordano Bruno lo conoscono bene.
Siamo coscienti che leggere il Nolano risulta parecchio ostico per molti, abbiamo infatti eseguito un lavoro di selezione e in parte di semplificazione del suo italiano antico per renderlo piú fruibile a tutti. Ma c'é di piú, ossia i suoi testi verranno letti da attori, restituendoci cosí dei sensi, delle intenzioni che si celano dietro le sue parole, in modo tale da permetterci di comprendere le sfumature del testo di Bruno al meglio, che altrimenti non riusciremmo a cogliere.
Ma é anche un modo per alleggerire il carico di contenuti, che ci rendiamo conto, puó essere abbastanza pesante quando si trattano argomenti filosofici cosí importanti.
Mi raccomando, fate qualsiasi domanda nei commenti, richieste o precisazioni, di sicuro sará un modo per creare un confronto stimolante.
Regia e Montaggio: Afro de Falco
Testi: Salvatore Forte - Afro de Falco
Interpreti: Annalisa Direttore - Jenny Del Prete
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De umbris idearum ("Le ombre delle idee") è un'opera in latino del filosofo Giordano Bruno pubblicata a Parigi nel 1582 dalla tipografia E. Gourbin in un unico volume insieme all'Ars memoriae ("Arte della memoria"). Considerato un trattato di mnemotecnica, il volume è così diviso in due parti, la prima di carattere teorico, la seconda di carattere pratico.[
«Quest'ombra, pur non essendo verità, deriva tuttavia dalla verità e conduce alla verità; di conseguenza, non devi credere che in essa sia insito l'errore, ma che vi sia il nascondiglio del vero.»
Il volume è dedicato a Enrico III di Francia, presso la cui corte Bruno in quegli anni soggiornava in qualità di membro del prestigioso collegio dei lecteurs royaux. Racconterà Bruno agli inquisitori veneti che il Re lo aveva chiamato a corte per chiedergli dimostrazione delle sue facoltà mnemoniche, cosa che egli fece. L'arte di memorizzare ha una lunga tradizione, che risale alla Grecia antica, e il cui interesse era particolarmente vivo in quei secoli.
Nella visione del filosofo, l'universo è un corpo unico, organicamente formato, con un preciso ordine che struttura ogni singola cosa e la connette con tutte le altre. Fondamento di quest'ordine sono le idee, principi eterni e immutabili presenti totalmente e simultaneamente nella mente divina, ma queste idee vengono ombrate e si separano nell'atto di volerle intendere. Nel cosmo ogni singolo ente è dunque imitazione, immagine, ombra della realtà ideale che la regge. Rispecchiando in sé stessa la struttura dell'universo, la mente umana, che ha in sé non le idee ma le ombre delle idee, può raggiungere la vera conoscenza, ossia le idee e il nesso che connette ogni cosa con tutte le altre, al di là della molteplicità degli elementi particolari e del loro mutare nel tempo. Si tratta allora di cercare di ottenere un metodo conoscitivo che colga la complessità del reale, fino alla struttura ideale che sostiene il tutto.
Tale mezzo si fonda sull'arte della memoria, il cui compito è di evitare la confusione generata dalla molteplicità delle immagini e di connettere le immagini delle cose con i concetti, rappresentando simbolicamente tutto il reale. Qui Bruno si riallaccia al lullismo, quella corrente di seguaci di Raimondo Lullo, filosofo e religioso catalano, che vede nell'arte della memoria un sistema chiarificatore della realtà.
Per chi invece non conoscesse per nulla il filosfo, ma vuole comunque seguire i nostri video, ecco un breve estratto della sua vita:
Filippo Bruno nasce a Nola, una piccola città vicino Napoli, nel 1548 da una nobile famiglia campana. Sin da ragazzo dimostra una propensione allo studio e un’acutissima intelligenza. Intorno ai 15 anni, pare soprattutto per proseguire i suoi amati studi filosofici più che per un vero e sincero interesse per la teologia, frequenta il chiostro dell’ordine dei domenicani a Napoli. Prendendo i voti, decide di mutare il suo nome in Giordano e diventa un grande esperto nell’arte mnemonica.
Il suo carattere irrequieto e insofferente ai dogmi e alle costrizioni lo porta a scontrarsi da subito con le autorità religiose: nel 1576 decide di abbandonare l’ordine e si trasferisce dapprima a Roma, poi a Nola, Savona, Torino, Padova fino ad approdare a Ginevra. Gli anni della maturità sono segnati da continui viaggi, peregrinazioni e fughe: sono gli anni della Controriforma, e le idee spregiudicate di Giordano mal si accordano con l’imperante ortodossia religiosa.
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