[ Ссылка ] - Roma, 5 feb - Riparte da Piazza Montecitorio, a Roma, "Una vita da social", la più importante e imponente campagna educativa itinerante realizzata dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni, in collaborazione con il ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e con il patrocinio dell'Autorità Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza, nell'ambito delle iniziative di sensibilizzazione e prevenzione dei rischi e pericoli della Rete per i minori.
Intanto un'indagine rivela che l'11% dei giovani approva gli insulti sui social, il 13% dichiara di aver insultato un personaggio famoso on line.
Le ragazze e i ragazzi, in particolare quelli tra i 14 e i 18 anni, la cui vita sui social è stata oggetto di un’indagine sull’hate speech affidata da Generazioni Connesse a Skuola.net e all’Università degli Studi di Firenze.
Dalla ricerca emerge che il 40% degli intervistati dichiara di trascorrere on line più di 5 ore al giorno. Whatsapp si conferma il gigante degli scambi social fra gli adolescenti (80,7%), seguito da Facebook (76,8%) ed Instagram (62,1%). Per quanto riguarda il controllo della veridicità delle notizie on line, il 14% degli intervistati dichiara di non controllare mai se una notizia sia vera o falsa, un comportamento – mette in evidenza la ricerca - che rende i ragazzi «facilmente preda di titoli sensazionalistici e "bufale" che possono fomentare reazioni poco ragionate e forse guidate da sentimenti di rabbia e di odio».
Altro dato da evidenziare è quell’11% di ragazze e ragazzi che dichiara di approvare insulti rivolti a personaggi famosi in virtù di una più generale «libertà di esprimere ciò che si pensa» e un 13% a cui è capitato di insultare un personaggio famoso on line. Stesso discorso si può fare sui commenti pesanti rivolti ai coetanei dove si conferma l’effetto di disinibizione dello "schermo" nel facilitare comportamenti che non verrebbero messi in atto così facilmente se si fosse di fronte all’altra persona.
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