Il 10 Ottobre del 19 d.C. Nerone Claudio Druso Germanico, straordinario politico e militare romano, muore ad Antiochia di Siria in circostanze sospette. A 2000 anni dalla morte, avvenuta quando Germanico era al culmine della carriera politica e all’apice della popolarità, il Comune di Amelia ricorda la gloria e le gesta di questo personaggio. Ad Amelia infatti, nel 1963, è stata rinvenuta una statua loricata in bronzo di Germanico, oggi punta di diamante del Museo Archeologico della città. A parlare di quell’uomo che, nei piani di Augusto, sarebbe dovuto diventare imperatore dopo la morte di Tiberio, ci ha pensato Valerio Massimo Manfredi, ospite del Teatro Sociale di Amelia. Nel corso della conferenza Manfredi ha illustrato i numerosi pregi che hanno fatto passare alla storia Germanico, il comandante che sei anni dopo la disfatta di Teutoburgo riscattò l’onore di Roma vendicando la strage di Arminio e riportando nell’Urbe due delle tre aquile che i Germani avevano sottratto alle legioni sterminate. E se dietro a ogni grande uomo c’è una grande donna, Manfredi ci tiene a sottolineare che il successo di Germanico fu anche opera della moglie Agrippina, donna dal carattere fermo e deciso. Manfredi, che ha seguito le vicende della statua di bronzo fin dal suo ritrovamento, inizia e conclude il suo intervento inserendo Germanico in un filo rosso, quello della storia, che comincia dall’antichità e arriva fino ai giorni nostri. Ad assistere la conferenza di Valerio Massimo Manfredi è stato il pubblico delle grandi occasioni: l’evento infatti ha registrato il tutto esaurito. La conferenza tenuta dal famoso scrittore e archeologo è solo la prima delle tante tappe del Bimillenario di Germanico, che terminerà con l’allestimento della mostra “Germanico Cesare a un passo dall’impero”, che sarà inaugurata proprio il 10 ottobre, giorno della morte di Germanico.
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