Acquaforte
Federico Botti voce
Marco Del Giudice chitarre
Claudio Fabiani sax soprano
Matteo Fusaro pianoforte
Nino Pellegrini contrabbasso
David Domilici percussioni
Riccardo Neri batteria
Special Guest Massimo Signorini fisarmonica
Da un posto lontano...
Tutta notte che aspetto così,
senza lacrime da piangere,
da riempire un bicchiere ancora,
di speranza e d'odore di mare,
e di voglia di ridere un po',
quando il vento tornerà a far volare
le gonne e le idee...
E ti penso lontana e lontano,
è anche il tempo che viene e che va,
come un ombra scompare nel buio,
e questi lampi che accendono il cielo,
come luci su abeti a Natale,
e il profumo di muschio e di dolci,
è un pensiero di pace che sfugge,
in questo mondo di guerra quaggiù.
E ascoltare una voce,
tra mille voci senza parole,
e dita che non sanno sfiorare,
e passi che non fanno rumore,
e questo gelo dagli occhi,
è il tempo che ho impiegato a scoprire,
dov'è che va a nascondersi il cuore,
è il vuoto che divora ogni cosa,
così come fa il mare,
con le orme sulla sabbia,
tutto cancellerà...
Passa il tempo ma passano lenti,
i giorni freddi sul mio calendario,
una voce che sento cantare,
dal balcone dell'ultimo piano,
la mia sveglia al mattino e un bolero
o una nenia d'amore lontano,
che accompagna i miei giorni rubati,
alla storia che passa la mano.
Non ricordo il colore,
del mare e dei tuoi occhi di notte,
e che sapore ha il pane al mattino,
e il sole che si spenge nel mare,
e questo gelo dagli occhi,
è il tempo che ho impiegato a scoprire,
dov'è che va a nascondersi il cuore,
è il vuoto che divora ogni cosa,
così come fa il mare,
con le orme sulla sabbia,
tutto cancellerà...
Fioche deboli luci lontane,
nelle case ingoiate dal buio,
e questa voglia di uscire per strada,
per andare a vedere se c'è,
in questo grande cantiere a cielo aperto,
qualcuno che possa sentire,
se c'è un tiepido raggio di sole,
che viene da sud...
"La mia camera è un baule dove ripongo le mie economie e la mia solitudine"
Tahar Ben Jelloun
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