Era l’Agosto del 1980, ed io ero in servizio militare presso il 5° Battaglione Genio Pionieri “Bolsena” di stanza ad Udine alla famosa caserma Pio Spaccamela. Lavoravo all’ufficio O.A.I.O (addestramento, operazioni) ed i progetti per il più lungo ponte di ferro militare, denominato Bailey, partirono da quella sede. Ricordo ancora il grande lavoro di progettazione dell’allora Maggiore Carlo Baldracchini e del Cap.no De Luca, i disegni di Roberto Carraro, attento ed esperto disegnatore tecnico.
Il risultato di quest’opera, il ponte di ferro più lungo d’Italia, è stato per anni sotto gli occhi di tutti, a testimonianza del grande lavoro e della grande professionalità del Genio e dei suoi Ufficiali, Sottufficiali e militari. Sono orgoglioso di quanto è stato fatto, sono fiero di aver fatto parte del Battaglione “Bolsena” e di aver conosciuto persone eccezionali, con le quali ringraziando Dio sono in contatto ancora oggi.
Qui di seguito un estratto di quanto scritto dal carissimo amico Carlo Baldracchini, il responsabile dell’opera militare.
Lo scritto completo lo potete scaricare all’indirizzo: [ Ссылка ]
"L’ultimo pensiero è per coloro che presero parte all’impresa. Prima di concludere la descrizione di questa esperienza di vita vissuta mi sento in dovere di rivolgere un pensiero a tutti coloro, comprendendo nel novero gli Ufficiali, i Sottufficiali e i Militari di Truppa, che assieme a chi scrive presero parte alla realizzazione del “più grande ponte in ferro costruito in Italia”.
Siete stati, tutti indistintamente, volendo comprendere anche coloro che non hanno preso direttamente parte al lavoro che giustificava la nostra presenza sul posto - penso in particolare al personale preposto al funzionamento del distaccamento - i veri artefici del successo dell’impresa per la consapevolezza di far parte di un gruppo impegnato a realizzare qualcosa di molto speciale e la determinazione di volerne giungere a compimento. Inoltre, per le capacità tecniche e la volontà, messe quotidianamente in atto, dimostratesi sempre
all’altezza della situazione, per l’alto senso della disciplina mantenuto anche nei momenti in cui siete stati liberi di muovervi a vostro piacimento e, infine, per aver sempre salvaguardato, durante il lavoro, la vostra integrità fisica e quella dei commilitoni creando così i presupposti a che nessuno incidente anche dei più piccoli venisse a turbare la vita del reparto.
Conservo, tutt’ora, un ricordo indelebile delle testimonianze del vostro impegno nell’attività che quotidianamente portavate avanti e della convinzione da voi manifestata di sentirvi parte di “un gruppo” coinvolto in un impresa di importante: ho visto molti di voi, nelle ore di libera uscita, prima di “sciamare” per la cittadina,
andarsi a “rimirare” gli effetti della progressione dei lavori della giornata. Lo facevo frequentemente anch’io!
Siate orgogliosi di ciò che avete realizzato, come lo sono tuttora io, e a distanza di molti anni.
Chiudo rinnovando il “grazie”, che già ebbi modo di esternarvi a Chioggia alla chiusura del Distaccamento, per il contributo collaborativo che ciascuno di voi ha sempre assicurato.
Una menzione particolare ai miei più stretti collaboratori e tra questi devo citare, indicandoli col grado che, allora, rivestivano: il Cap. Vincenzo De Luca, per il fondamentale contributo da lui fornito, nella fase organizzativa del concorso, e più in particolare, per la soluzione di tutti i problemi squisitamente tecnici, il Cap. Antonio Turco, il mio braccio destro esecutivo nelle operazioni di montaggio del ponte e il Ten. Paolo Blasi che, pur se impegnato in un lavoro quasi esclusivamente svolto dietro le quinte, ha sempre assicurato il costante e tempestivo rifornimento del materiale di volta in volta occorrente nel cantiere di lavoro".
Carlo Baldracchini
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