Ce ne parla il dott. Luca Carmignani, Responsabile dell'unità operativa di Urologia dell'IRCCS Policlinico San Donato di Milano
Il tumore del testicolo è una malattia che colpisce le gonadi maschili, ovvero gli organi deputati alla produzione dei gameti (gli spermatozoi) e di alcuni ormoni maschili (testosterone). È la forma di cancro più comune negli uomini di età compresa tra 15 e 35 anni e nel 95 per cento dei casi parte da un’alterazione nella replicazione delle cellule geminali. Il tumore al testicolo, che più di frequente colpisce soltanto uno dei due organi, può essere di origine germinale (colpisce le cellule responsabili della formazione degli spermatozoi) e non germinale. Nel primo caso si parla di seminoma e non seminoma.
Nel secondo può trattarsi di un tumore dello stroma specializzato e non specializzato. La prognosi e il trattamento sono diversi a seconda del tipo di tumore. Il cancro del testicolo viene sempre classificato in tre stadi: il primo (stadio I) riguarda tutte le neoplasie circoscritte all’organo, il secondo (stadio II) quelli con interessamento dei linfonodi addominali, il terzo (stadio III) raccoglie quei tumori che hanno già interessato attraverso il processo di metastatizzazione alcuni organi a distanza (solitamente polmoni e fegato).
L’iter per la diagnosi prevede una visita da parte del medico di famiglia in presenza di un gonfiore a livello dei testicoli, seppur non dolenti (ecco spiegata l’importanza dell’autopalpazione). Altri possibili sintomi sono la “tensione” che si manifesta con una sensazione di peso a livello testicolare o inguinale, l’ipersensibilità al tatto dei testicoli, l’ingrossamento della ghiandola mammaria (la ginecomastia può essere una “manifestazione” endocrina della malattia). Meno specifici invece la stanchezza, il calo di rendimento, l’inappetenza, la perdita di peso, il mal di schiena e le difficoltà respiratorie. La diagnosi viene completata a seguito di un’ecografia dello scroto e del dosaggio di alcuni marcatori prodotti dalle cellule tumorali e riscontrabili nel sangue (alfa-fetoproteina, beta gonadotropina corionica umana e lattiodeidrogenasi). In caso di sospetta diagnosi si esegue un intervento esplorativo: si estrae il testicolo dall’inguine e si valuta la situazione). Se c’è una ragionevole evidenza il testicolo viene tolto, altrimenti si procede con prelievo chirurgico di tessuto che viene analizzato in estemporanea. La prognosi dipende dalla stadiazione del tumore, anche se è genericamente favorevole, pur in presenza di metastasi.
A differenza di altre neoplasie, per il tumore al testicolo è difficile individuare dei fattori di rischio, una volta escluso il criptorchidismo (la mancata discesa dei testicoli nella sacca scrotale) e una precedente diagnosi controlaterale. Alcuni studi evidenziano una probabilità più alta in caso di prolungata esposizione lavorativa a radiazioni ionizzanti, di presenza di elevati valori ormonali durante la gravidanza e della sindrome di Klinefelter (malattia genetica che si manifesta con una ridotta dimensione dei testicoli).
La scelta della terapia dipende dalla sede e dallo stadio del tumore, dall'età e dalle condizioni generali del paziente.
Chirurgia
Nella maggior parte dei casi il tumore del testicolo comporta l’asportazione dell’organo colpito. L’intervento prende il nome di orchifunicolectomia ed è realizzato attraverso un’incisione inguinale. In caso di coinvolgimento dei linfonodi, in un secondo momento è necessario rimuovere anche questi ultimi. In casi selezionati, qualora si sospetti o si voglia accertare un eventuale coinvolgimento dei linfonodi addominali, può essere indicato un secondo intervento, chiamato linfoadenectomia retro peritoneale, consistente nella rimozione delle ghiandole potenzialmente malate.
Chemioterapia
Il trattamento con farmaci chemioterapici - assunti per via endovenosa - mira a uccidere selettivamente le cellule cancerose. Nel caso del tumore al testicolo può essere posta indicazione a trattamento di chemioterapia adiuvante, effettuata cioè dopo la rimozione chirurgica dell’organo colpito dalla malattia, così come può essere indicata in forme di malattia più avanzata.La terapia si effettua in vari cicli, con una pausa tra un ciclo e l’altro per permettere alle cellule sane aggredite dai citostatici di riprendersi. La chemioterapia può generare effetti collaterali: tra cui la nausea, il vomito, la perdita di capelli e appetito, la riduzione del numero di cellule del sangue (globuli bianchi, piastrine, globuli rossi).
Radioterapia
La radioterapia prevede l'impiego di radiazioni ad alta energia per distruggere le cellule tumorali. Nel caso del tumore al testicolo spesso può essere impiegata per il trattamento dei seminomi in II stadio.
Tutti e tre i trattamenti possono essere presi in considerazione - in maniera separata o combinata - in caso di recidiva della malattia.
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