In Egitto la resa dei conti tra il governo e i Fratelli Musulmani si avvicina. Da un lato la...

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In Egitto la resa dei conti tra il governo e i Fratelli Musulmani si avvicina. Da un lato la volontà di restare in strada fino a quando il Presidente Morsi non tornerà al suo posto; dall'altra la decisione, ieri, di dare mandato al Ministro dell'Interno di prendere ogni misura necessaria per tutulare la sicurezza nazionale. Tradotto: la piazza va sgomberata e le proteste fermate.

"L'uso della forza per bloccare i sit-in significa uccidere migliaia di persone" dice Mohamed El-Beltagy, membro dei Fratelli Musulmani. "L'esercito non deve scordare il suo ruolo principale: proteggere le frontiere e non uccidere il suo popolo".

Ad aggravare la tensione tra i sostenitori del Presidente deposto lo scorso 3 luglio, appartenente ai Fratelli Musulmani, e il governo la notizia che la procura generale egiziana ha rinviato a giudizio i vertici della Confraternita.

"Non badiamo alle dichiarazioni del Ministro dell'Interno e del Ministro degli Esteri e non ci interessa se l'America o l'Europa stanno con noi o contro di noi. Quel che mi interessa è la fermezza nel restare qui e se Dio vuole ci riusciremo" dice un manifestante.


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