I diversi tipi di tumore ovarico rappresentano il 30% di tutti i tumori all’apparato genitale femminile e colpiscono circa 5200 donne ogni anno, in prevalenza di età anagrafica fra 20 e 65 (dati Fondazione Veronesi). La diagnosi tardiva è purtroppo in larga misura più frequente, e non può quindi impedire il decesso delle pazienti nei primi 5 anni con percentuali tragicamente alte.
Nonostante il caso dell’attrice statunitense Angelina Jolie abbia temporaneamente attirato il focus mondiale sull’argomento, è ancora molto poco diffusa l’informazione sul ruolo delle mutazioni dei geni di controllo del ciclo cellulare BRCA1 e BRCA2, che rappresentano alcune fra le cause conosciute del tumore ovarico (e mammario).
Di creare un’inversione di tendenza per questa condizione si propone l’associazione aBRCAdaBRA, che da anni sostiene tutti i portatori di mutazioni genetiche BRCA e le loro famiglie, in tandem con personale sanitario e psicoterapista, per promuovere la diagnosi precoce e la prevenzione di questi carcinomi.
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