Qual è l’effetto dei JAK inibitori sul danno osseo nell'artrite reumatoide? Come ottimizzare l'uso di questi farmaci? Qual è il loro ruolo in terapia? Abbiamo posto questi quesiti al Dottor Giovanni Adami, reeumatologo dell’Università degli Studi di Verona che abbiamo incontrato a Ospedaletto di Pescantina (VR), in occasione del Congresso Update in Osteoimmunology 2024.
Il Dottor Adami ci ha spiegato che l’artrite reumatoide è una malattia malattia infiammatoria che colpisce le articolazioni, può danneggiare le ossa e portare all'osteoporosi. I JAK inibitori, una nuova classe di farmaci, si rivelano promettenti nel contrastare questi problemi. Il loro meccanismo d'azione, che modula le vie infiammatorie e metaboliche, aiuta a ridurre l'erosione ossea sia a livello sistemico che locale, superando l'efficacia dei farmaci biologici tradizionali.
I JAK inibitori sono utilizzabili in tutti i pazienti con artrite reumatoide, se indicati e in assenza di controindicazioni. Sono particolarmente efficaci nei pazienti a rischio di fratture, osteoporosi o danno erosivo, soprattutto in chi assume corticosteroidi a lungo termine.
Anche una minima riduzione del dosaggio di steroidi, grazie ai JAK inibitori, apporta benefici non solo alle ossa, ma anche ad altri aspetti della salute, come quella cardiovascolare.
L'utilizzo dei JAK inibitori nella terapia dell'artrite reumatoide sta assumendo un ruolo sempre più precoce, con la raccomandazione di impiego in prima linea in alcuni casi, specialmente in pazienti ad alto rischio di osteoporosi e fratture.
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