12PORTE - 4 giugno 2020: Basta la modalità di partecipazione per rendersi conto della novità: l’assemblea della Chiesa bolognese si terrà in videoconferenza venerdì prossimo 5 giugno, dalle 19 alle 22.
Sono convocate 401 persone, ossia tutti gli organismi di partecipazione diocesani (Consiglio episcopale, Consiglio presbiterale, Consiglio pastorale, Conferenza dei vicari pastorali, Segretari per la Sinodalità), gli Istituti culturali (Facoltà teologica dell’Emilia–Romagna, Scuola di formazione teologica, Issr), i rappresentanti dei religiosi e consacrati, i direttori degli Uffici pastorali, i moderatori e i referenti delle Zone pastorali. Tutti questi potranno collegarsi e partecipare personalmente e chiunque potrà seguire i lavori in diretta streaming.
Ma non è certo questa l’unica differenza! Il cuore dell’assemblea diocesana è la ricerca da parte di tutta la Chiesa bolognese di cogliere le indicazioni dello Spirito che derivano dal cogliere come «kairòs» il tempo che stiamo vivendo. Ci eravamo già incamminati sulla strada della conversione missionaria e pastorale, indicata da papa Francesco nella «Evangelii gaudium» e proposta con decisione dall’Arcivescovo.
Era stato progettato un itinerario di cinque anni in sintonia con il cammino della Chiesa italiana verso il nuovo Giubileo, si era articolato lo sviluppo in un «Anno del vedere», seguito dal «Biennio del crescere», ma tutto è stato scompaginato dal coronavirus. O meglio: l’emergenza sanitaria ha fatto sperimentare l’insostenibilità di un sistema basato sul consumare, la fragilità di strutture secolari, la necessità di forme nuove di relazioni e di priorità. La differenza viene dal cogliere in tutto questo la signoria del Risorto, che guida la storia verso la salvezza, intervenendo con strumenti imprevisti.
La sostanza è un chiaro appello alla conversione. La modalità innovativa, più che tecnica e organizzativa, è nella sinodalità del processo. Lo testimoniano gli Uffici di Curia chiamati a diventare perni di circolarità tra i vari soggetti pastorali, facendosi attenti ai bisogni e alle risorse della comunità, immettendo competenza e progettualità, relazionandosi continuamente tra di loro per offrire indicazioni avvincenti e praticabili. La Pastorale giovanile non può prescindere dalla Carità, e viceversa; la Liturgia non è altra cosa rispetto alla Catechesi; le famiglie non sono solo oggetto della cura pastorale.
Solo una grande sinfonia può far risuonare l’annuncio della speranza. Il riferimento alla città degli uomini, già contemplato, assume inedite forme di solidarietà per le conseguenze ancora in evoluzione dei rapporti sociali, lavorativi, culturali. Uno stile di vita sostenibile non è una fissazione di pochi, ma una necessità mondiale, che trasforma modelli economici e politici. Certamente non potrà una serata in video conferenza decidere del futuro della Chiesa diocesana; in ogni caso dovrà essere l’Arcivescovo a vagliare, assumere e rilanciare con una sua Nota pastorale le linee, forse ancora aperte all’evolversi della situazione, per il cammino dei prossimi anni. In ogni caso, l’effusione dello Spirito Santo che celebriamo in questa domenica di Pentecoste è davvero quanto mai attuale.
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