TG VENEZIA (martedì 16 maggio 2017) - Eccoli, mentre fingono dei normali giri in laguna con la barca, cercando di passare inosservati quando in realtà è solo una copertura per poter vendere liberamente la droga. Uno stratagemma che però non è servito a sviare le indagini della squadra mobile della questura di Venezia che ha dato il via ad un’operazione conclusasi con l’arresto di un 31enne tunisino residente a Mestre, e del fratello 24enne, residente al Lido di Venezia.
Misure cautelari, invece, per altre 6 persone: 4 tunisini e due veneziani. Le indagini hanno permesso di sgominare una rete di spaccio che oltre al centro storico veneziano, in particolare la zona di Rialto, operava anche a Mestre.
Tutto è partito con gli accertamenti sull’incendio di un’ imbarcazione nell’estate 2015. Dalle intercettazioni sui possibili sospettati,le forze dell'ordine hanno capito come questi si rifornissero da un gruppo di tunisini per avere la cocaina. A novembre, poi, un cittadino egiziano aveva sporto denuncia nei confronti del medesimo gruppetto per lesioni personali e spaccio: nella circostanza avrebbe dato indizi importanti agli inquirenti sulla struttura della banda. Era stato picchiato perché sospettato di aver detto tutto agli inquirenti anche se non era stato cosi. La tecnica di spaccio prevedeva l’utilizzo di un’imbarcazione di proprietà della compagna del tunisino, dalla quale spesso riceveva supporto per nascondere e vendere le dosi. Si spostava in laguna, caricando il cliente a bordo del natante e prendendo il largo, per finalizzare la vendita della dose lontano da occhi indiscreti.
Nel corso delle indagini sono stati effettuati diversi sequestri di stupefacente. 249 grammi e 960 di marijuana. ([ Ссылка ])
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