Sono scesi in piazza, davanti alla prefettura di Milano, per chiedere certezze sul proprio futuro.
Sono i lavoratori e le lavoratrici degli alberghi e del turismo: cameriere, cuochi, facchini: sono in circa 30 mila gli operatori del settore in estreme difficolta, costretti a casa da marzo.
I lavoratori degli alberghi sono tra i più colpiti dalla crisi causata dall’emergenza sanitaria da coronavirus: nel capoluogo lombardo si, stima infatti che circa il 90 per cento delle strutture siano ancora chiuse e la maggior parte non riaprirà prima di settembre.
La preoccupazione maggiore riguarda il futuro: gli ammortizzatori sociali del decreto rilancio termineranno presto, così come il divieto di licenziamento: in molti temono di rimanere definitivamente a casa.
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