Video di danza contemporanea contro la violenza sulle donne realizzato dalla scuola di danza di Varedo Centro Studio Danza L'étoile asd.
Donne in gabbia - il film -
Regia e coreografia: Ilaria Chinello
Danzatrici: Beatrice Buosi, Giulia Quitadamo, Ilaria Lazzari, Sara Ciancio, Arianna Mariani
Videomaking: Beatrice Buosi
Anno 2014
Il vecchio continente europeo pensa di essere il paladino dei diritti umani e dei processi democratici. Invece scivola sulla questione della violenza sulle donne.
Il dato di una donna su tre in 28 paesi europei ci mette davanti ad un serissimo problema sociale che lede lo sviluppo della nostra società perché estremamente radicato.
Non si tratta solo di una lesione dei diritti umani ma di una mancanza di democrazia nel riconoscere quello che sono uomini e donne davanti agli Stati e davanti all'Europa, ovvero cittadini con gli stessi diritti di cittadinanza.
Non siamo in Afghanistan dove la legge viene fatta in casa, non siamo in India, luogo da cui arrivano storie agghiaccianti, siamo in Europa, e la violenza sulle donne di ogni età esiste ugualmente anche se abbiamo molte più leggi a disposizione, abbiamo elettricità 24 ore su 24, acqua corrente a disposizione, lavatrici, automobili, frigoriferi in ogni casa, e pensiamo che la parità è raggiunta perché c'è il divorzio e si può uscire al cinema la sera con le amiche o gli amici. (Dichiarazione Associazione Pangea)
Chiunque abbia a cuore i diritti umani, prima ancora di quelli delle donne, si sentirà in quanto essere umano chiamato in causa da una violenza tanto odiosa e ormai quotidiana.
Nel nostro piccolo e senza presunzione desideriamo anche noi dire "basta" a questo scempio e lo vogliamo fare con il linguaggio espressivo che meglio ci esprime: la danza.
La nostra disapprovazione è immane quanto la piena coscienza che abbiamo del significato di "sorellanza"
La sorellanza è una questione sia emotiva che razionale. La nostra condizione di donna è legata alla condizione di tutte le altre donne. Non saremo mai davvero libere finché non saranno libere tutte le donne vittime di violenza. La nostra condizione è interconnessa alla loro.
Sicurezza, integrità, libertà, dignità e uguaglianza: cinque parole fondamentali e universali per elencare ciò che ancora oggi, in questo inizio di terzo millennio, fa difetto a tante donne.
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