Milano, 4 lug. (askanews) - Consenso sociale, funzione anti-Stato, controllo dell'attività politico-amministrativa, oltre che delle più redditizie attività del territorio. La 'ndrangheta spadroneggia ancora nell'hinterland milanese e nel Varesotto come dimostra l'operazione Krimisa diretta dalla Dda di Milano che ha portato a 34 arresti, di cui 27 in carcere e 7 ai domiciliari, con l'accusa, tra le altre cose, di associazione di mafiosa. Al centro dell'indagine gli investimenti sul grande business dei parcheggi a Malpensa, particolarmente redditizio per la temporanea chiusura di Linate. Proprio la "volontà ossessiva per l'acquisizione dei terreni per parcheggi" ha spinto un imprenditore che voleva entrare nel settore a denunciare le pressioni subite dalla cosca locale, senza rinunciare al proprio intento. Una "eccezione" come l'ha definita il capo della Dda di Milano, Alessandra Dolci, in un panorama che risulta immutato negli ultimi dieci anni.
Le cosche, nonostante operazioni e arresti, controllano ancora il territorio infiltrandosi nella politica locale, come avvenuto con l'elezione dell'ex sindaco di Lonate Pozzolo, Danilo Rivolta, già arrestato nel 2017, e quella di un consigliere comunale di Ferno di FdI, Enzo Misiano, anche lui in manette, considerato il trait d'union tra la cosca e l'ambiente politico istituzionale. "Negli ultimi dieci anni non è cambiato nulla", ha osservato il Capo della Dda anche se la denuncia dell'imprenditore, ha detto, " è una nota di speranza".
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