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A volte la terra può diventare un fattore davvero ostile nelle lavorazioni agronomiche: o per la presenza di acqua oppure, al contrario, per la sua totale assenza in aggiunta alla collosità del terreno. In questo caso è la seconda situazione a predominare e a mettere in seria difficoltà un over 300 cv, e non si parla di cavalli qualunque, ma di quelli americani di casa John Deere, famosi perché non temono nulla. La situazione è estrema: un 8345R, motorizzato John Deere 6 cil in linea da 8.8 l di cilindrata, con 345 cv di minima e 392 cv di massima raggiungibili con l'ISO; è sottoposto a degli sforzi non trascurabili per compiere un'aratura fuori solco con un trivomere Moro Warrior, con versoi rinforzati in teflon, ad una profondtià di 40 cm. La situazione è meno dura inizialmente, quando il mezzo ara su terreno dove è stato precedentemente raccolto l'insilato di mais e dove, come residui colturali, sono presenti solo stocchi. Si aggrava poi quando l'aratura viene effettuata sui residui colturali di mais da granella (una parte della campagna era destinata al mais da insilato mentre la restante parte alla granella): lo slittamento aumenta visibilmente e il Cervo è costretto a cambiare il metodo di aratura: da fuori solco passa a lavorare entro solco per avere una forza di traino maggiore. La situazione però non migliora di molto perché la terra è davvero tosta.
Difficile stabilire la velocità di avanzamento durante l'aratura a causa dello slittamento e dei rallentamenti nei punti dove la terra è più dura: è stimabile dai 6-7 km/h fino a velocità molto più basse, anche 1-2.
Data: 2 - 10 - 2013
Località: Tavernago frazione di Agazzano (Pc).
La terra è dura ma il Cervo non ha paura!
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