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Dopo 41 anni, il prossimo 23 giugno i cittadini del Regno Unito e di Gibilterra dovranno recarsi alle urne e decidere nuovamente se rimanere un membro dell’Unione Europea o lasciare l’Unione europea.
Gli scenari che potrebbero presentarsi all’indomani del voto potrebbero essere diversi:
Il primo scenario riguarderebbe la vittoria dei SI. In questo caso, non cambierebbe nulla negli equilibri con la Unione europea rispetto a quanto stabilito nell’accordo raggiunto tra Cameron e il Consiglio europeo del 19 febbraio scorso.
Nel caso in cui vincano i NO si potrebbero avere due esiti.
1. Sebbene il referendum non implichi necessariamente l’uscita automatica dalla Ue, il suo esito costituirebbe un presupposto per avviare la procedura di recesso di Paese membro secondo quanto previsto dall'Art.50 del Trattato sull’Unione Europea.
"Ogni Stato membro può decidere di recedere dall'Unione conformemente alle proprie norme costituzionali".
Quindi Cameron potrebbe chiedere il recesso alla Unione Europea. L’uscita permetterebbe alla Gran Bretagna di redistribuire all’interno dei confini nazionali i fondi attualmente destinati a Bruxelles, ma l’indipendenza potrebbe avere un costo molto alto, con ripercussioni di carattere economico, politico, sociale.
• Per quanto riguarda la sfera economica, il calo dei traffici commerciali e lo spostamento di molte imprese, soprattutto finanziarie, all’estero causerebbe una recessione di media lunga durata;
• Sul fronte politico, il Paese perderebbe la sua influenza sulla scena politica mondiale, con un deterioramento delle relazioni diplomatiche con l’Europa;
• Infine sulla sfera sociale, si assisterebbe a una riduzione dello spostamento di persone verso l’isola britannica.
2. Nel caso di una vittoria dei NO, si potrebbe profilare un ulteriore scenario. Cameron potrebbe far leva sul voto contrario dei cittadini per modificare la sua partecipazione all’interno della Unione Europea, sulla base del modello attualmente utilizzato dalla Norvegia. In questo caso, il Regno Unito non farebbe più parte dell’Unione Europea, ma resterebbe all’interno dello Spazio Economico Europeo (European Economic Area, EEA). In alternativa, Cameron potrebbe decidere per un’indipendenza più forte, adottando il modello utilizzato dalla Svizzera, che prevede solo la possibilità di stringere accordi bilaterali con i singoli Paesi.
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