Dalla fine del XIX secolo fino a oggi, diversi femminismi, hanno contribuito a portare alla luce la profonda disparità a cui numerose asimmetrie sia sociali che religiose hanno condannato le donne di tutte le società e culture. Non escluse quelle di tradizione cristiana. Poiché, però, lo sviluppo delle scienze sociali ha poi determinato una vera e propria “rivoluzione copernicana” delle convinzioni antropologiche e sociali, nessuna tradizione religiosa poteva restare estranea a questa lenta ma profonda e inesorabile trasformazione della visione dell’umano.
In particolare per quanto riguarda la tradizione cristiano-cattolica, l’accesso delle donne agli studi teologici e al ministero dell’insegnamento teologico ha comportato un decisivo ripensamento in chiave di genere delle fonti scritturistiche e, soprattutto, della loro lunga tradizione interpretativa patriarcale che tanto ha influenzato la vita delle chiese e continua a pesare ancora oggi su una recezione del testo biblico libera da pregiudizi e stereotipi che condannano le donne alla marginalità.
La rilettura attuale del messaggio originale cristiano ha comportato la recezione della problematica di genere elaborata dalle scienze sociali e la presa in carico della sua espressione specifica all’interno della tradizione cristiana a partire già dal I secolo, mettendo in luce continuità e discontinuità con l’atteggiamento e il messaggio di Gesù di Nazaret.
Quanto questa rilettura è diventata patrimonio interiore di tutti? Quanto è accettata? E oggi, che cosa sta succedendo all’interno del mondo cristiano e, in particolare, quello della società Occidentale
Lunedì 11 Dicembre 2023 - Infermieristica Ivrea
Relatrice: Marinella Perroni biblista e teologa, fondatrice del Coordinamento Teologhe Italiane, già docente stabile di Nuovo Testamento presso il Pontificio Ateneo S. Anselmo di Roma.
Evento organizzato in collaborazione con l’Azione Cattolica e la Chiesa Valdese di Ivrea.
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