Al suo primo apparire il "POLITICALLY CORRECT" sembrava soltanto indicare elementari regole di buona educazione, che invitavano a rispettare le differenti identità e preferenze.
Le cose, però, sono sfuggite di mano, ed oggi viviamo in un contesto che pretende di definire ciò che è bene e ciò che è male, ciò che si può dire e ciò che va taciuto. Secondo taluni dovremmo addirittura condividere tutta una serie di tesi, specie se sono espresse da gruppi minoritari e quindi degni di tutela, in una sorta di dittatura delle minoranze che priva la maggioranza della possibilità di esprimere il proprio pensiero liberamente. Chi dissente da queste tesi viene oggi letteralmente rimosso, cancellato, che sia vivo o che sia morto, come le tante statue imbrattate ed abbattute dalla furia iconoclasta della CANCEL CULTURE americana.
Nel 2020 il semiologo Noam Chomsky si è pubblicamente opposto alla CULTURA DELLA CANCELLAZIONE, ovvero le attuali metodologie con cui le istituzioni mediatiche modellano l’opinione di massa, mettendo a tacere i dissidenti che parlano apertamente, utilizzando il mainstream che fabbrica aziendalmente il consenso intorno a libri, editori, produttori di contenuti ecc., distruggendo carriere accademiche, irridendo le voci che non sono allineate.
La pretesa di "governare" il linguaggio nelle aziende e nelle università sta imponendo di accantonare la logica sessuale binaria in nome di una libertà di definirsi come si vuole, ma questa è solo la punta di un iceberg. Oggi è chiaro che esistono nuovi dogmi in tema di riscaldamento globale, transizione verde, multiculturalismo, politiche militari, emergenzialismo sanitario e tanto altro. Michelle Donelan, ministro del Regno Unito, ha sostenuto che in accademia vige ormai una censura simile a quella sovietica. La volontà di condizionare il linguaggio mira a predefinire la maniera stessa di pensare e comportarsi: gli studenti non vaccinati non possono più iscriversi a Harvard, e ciò a dispetto del fatto che proprio un centro di quella università ha sostenuto che ogni aumento delle infezioni è del tutto scollegato dai livelli della vaccinazione.
Anche se a più riprese antireligioso, il politicamente corretto è animato da un'ossessione fanatica, che impedisce il confronto razionale nel momento in cui oppone la luce e il buio, con la pretesa di possedere la verità assoluta su entrambi.
La configurazione del potere del nostro tempo intreccia politica, economia e cultura, e non intende lasciare spazio a posizioni "eretiche". La politica indica la direzione e la cultura deve accodarsi, dagli atenei alle aziende, da Hollywood a Netflix.
Fortunatamente il pensiero critico non è scomparso! Moltissime voci si sollevano per denunciare come questo clima di controllo del linguaggio e del pensiero stia alimentando la paura di ragionare ed esprimersi, annullando ogni confronto razionale, spegnendo la competizione e la meritocrazia, ma come si potrà uscire da queste logiche così pervasive? Innanzitutto PARLANDONE, magari con ironia, come Francesco Cicchella nella sua imitazione di Ultimo, o illustrando i rischi e le contraddizioni come Barbero e tantissimi altri intellettuali e artisti ancora liberi. Soltanto una rivoluzione culturale può rianimare la società e restituirle spazi di confronto, e a questa rivoluzione possiamo e dobbiamo contribuire TUTTI.
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