Già nove i morti sul posto di lavoro. Edilizia e agricoltura i settori più a rischio. "Non è mai una fatalità", dice il direttore Uopsal Dario Uber. Servono più controlli e prevenzione, ma il personale a disposizione non è sufficiente.
La ripresa dell'economia porta con sé anche il nodo sicurezza, con numeri già tornati ai livelli pre pandemia. Sul posto di lavoro, da inizio anno, nove persone hanno perso la vita in Trentino. Oltre 4mila in totale gli infortuni. Uno su sei colpisce cittadini extracomunitari.
"I settori più colpiti in questo periodo sono l'edilizia, l'agricoltura e l'industria del legno - spiega Daniela Donati di Inail - le fasce d'età più elevate sono quelle più coinvolte".
L'emergenza esiste come dimostrano i tragici eventi degli ultimi giorni. "Non è mai una fatalità, qualcosa di storto è sempre andato - sottolinea il dottor Dario Uber, direttore Uopsal, l'unità operativa dell'azienda sanitaria - talvolta è proprio un aspetto di consapevolezza o di inconsapevolezza del rischio".
La cultura della sicurezza deve andare a braccetto con la prevenzione: "Le nostre prescrizioni spesso sono legate ad anomalie dei macchinari - continua Uber - abbiamo capito che possa essere di supporto alle aziende trovare uno standard preventivo uniforme".
Sul fronte controlli, invece, a farla da padrone sono i protocolli covid ma il personale non basta: "Questo chiaramente comporta un impiego di risorse che viene tolto all'attività di prevenzione proattiva. Facciamo molte cose - conclude il direttore Uopsal - ma ne potremmo fare molte di più se fossimo supportati nell'organico".
Fonte: RAI
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