Il servizio di Angelo Ruoppolo ( [ Ссылка ] ) Teleacras Agrigento del 17 novembre 2015.
I Carabinieri ricostruiscono una maxi rapina a un deposito per finanziare la latitanza di Messina Denaro. 4 arresti. Le microspie e gli insulti al boss.
Ecco il testo :
Matteo Messina Denaro ha bisogno di denaro per finanziare la famiglia e la sua latitanza. E a Bagheria due anni addietro è stata architettata una rapina che fruttò 100mila euro. Nel mirino è stato il deposito del corriere “Ag Trasporti”, a Campobello di Mazara, una società un tempo controllata dalla mafia di Brancaccio a Palermo e poi sotto sequestro. Ecco perché lo stesso deposito sarebbe stato rapinabile. Il clan di Castelvetrano, il paese natale di Messina Denaro, autorizzò l’operazione. E il 4 novembre 2013 le telecamere di video - sorveglianza del deposito registrarono quanto accadde, come se si fosse sul set cinematografico : il commando che irrompe con le armi in pugno, travestito con giubbotti dei poliziotti e che finge un blitz della polizia. Adesso i Carabinieri del Ros e del comando provinciale di Trapani hanno ricostruito i dettagli della maxi rapina, e la Procura di Palermo ha firmato 4 arresti, che scalfiscono ancora di più la rete di protezione che circonda Matteo Messina Denaro. Tra i protagonisti della rapina vi sarebbe stato l’ imprenditore Luca Bellomo, il marito della nipote di Messina Denaro, Lorenza Guttadauro. E poi un altro componente del commando che assaltò il deposito è Benito Morsicato, di Bagheria, che ha appena iniziato a collaborare con i magistrati di Palermo, e che, tra l’altro, ha raccontato : “Durante i sopralluoghi al deposito ci fu detto che per la rapina bisognava aspettare perché in una villa della zona si nascondeva una persona, lo zio lo chiamavano. Lo zio di Bellomo”. Ovvero, Matteo Messina Denaro. Poi, l’altro arrestato, già in carcere, è Giorgio Provenzano, di Bagheria. E poi, l’ideatore del raid sarebbe stato il nipote di Messina Denaro, Francesco Guttadauro. La Procuratore aggiunto di Palermo, Teresa Principato, che ha coordinato l'inchiesta insieme ai sostituti Maurizio Agnello e Carlo Marzella, commenta : “L'indagine su questa rapina ci ha consentito di cogliere nuove importanti dinamiche all'interno dell'organizzazione mafiosa. Sapevamo degli storici rapporti fra Bagheria e Castelvetrano, mediati dalla famiglia Guttadauro, imparentata con i Messina Denaro. Adesso, sappiamo che questi rapporti perdurano e sono solidi, mediati da quel Francesco Guttadauro che è il nipote prediletto del latitante, e che è in carcere, ma due anni fa teneva le redini della famiglia di Castelvetrano. Poi, arrestato il nipote, Matteo Messina Denaro è tornato a impostare la gestione del clan secondo grande cautela. Non vuole fatti eclatanti nella sua zona, nonostante tutti i fedelissimi nel trapanese li invochino, e adesso quasi si lamentano, perché il latitante non reagisce alla raffica di arresti dei suoi familiari, ai sequestri e ai processi che riguardano le persone a lui più care”. Infatti, a Messina Denaro gli hanno arrestato la sorella, il nipote prediletto, il cognato, e tanti altri parenti stretti : almeno 90 persone in 2 anni. E dalle microspie sparse ovunque saltano fuori insulti contro il boss Matteo : “Pensa solo a se stesso, per causa sua stanno rovinando decine di famiglie. E lui non fa niente”.
Ruoppolo Teleacras - "Messina Denaro", altro blitz
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