Il 21 febbraio 2003, Gianluca Matera, fornaio di 25 anni, uccide con un colpo di pistola l'ex moglie e madre del loro figlioletto, Giovanna Traiano. Il delitto si consuma nella Chiesa della Beata Vergine di Foggia, dove Giovanna era andata a pregare con il suo gruppo parrocchiale. Il piccolo Alfredo, il figlioletto della coppia, aveva solo 4 anni. Oggi, dopo 16 anni, è uno studente di Giurisprudenza e gira le piazze e le scuole d'Italia per sensibilizzare le persone contro la violenza sulle donne. "Mia madre è stata uccisa perché ha rivendicato la sua autonomia di persona - racconta a Fanpage.it - perché voleva lavorare, avere amiche, andare in chiesa a pregare e non sottostare più alle violenze psichiche e fisiche a cui mio padre la costringeva".
"Mia madre - continua - è stata uccisa per la sua voglia di libertà, quella che mio padre le negava. È stata uccisa quando ha capito che la negazione della libertà non è amore. Vorrei che le persone capissero che un femminicidio non spegne solo una vita, ne spegne tante. Insieme a mia madre quel giorno sono morte tante persone: i suoi genitori, i suoi amici, e poi io, quelle che lo Stato definisce vittime collaterali. È per questo che non mi sento un orfano di femminicidio, non sono quello che resta, sono una vittima. Oggi giro l'Italia per far capire il valore di mia madre, ma anche quello di un proiettile. Quel colpo di pistola si è portato via una parte di me, ".
Alfredo ha cambiato il suo cognome da 'Matera' a 'Traiano', in omaggio alla madre e ai nonni che lo hanno cresciuto.
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