La vita letteraria di Carlo Emilio Gadda a partire dagli anni Cinquanta, epoca in cui Gadda, stimato nel mondo della critica, è però sconosciuto al grande pubblico. In questo periodo egli vive a Roma dove lavora per la Rai a programmi radiofonici. La vittoria al Premio Viareggio nel 1953 con Le novelle del Ducato in fiamme e il Premio degli Editori per Quer pasticciaccio brutto de via Merulana gli danno infine la notorietà. Si parla inoltre delle pubblicazioni degli ultimi anni e della morte a Roma.
Interviste a Leone Piccioni, Giulio Cattaneo e Walter Pedullà. Sostiene quest'ultimo:
"il tentativo di Gadda è di raggiungere un oggetto che sa esistere, dalla sua formazione di positivista sa che la realtà esiste, caso mai è difficile raggiungerla. Quello che si chiama il suo barocco è la ricerca sfrenata di tutti i modi per arrivare a questo oggetto sfuggente. L'ossessione di Gadda è quella di raggiungere la realtà".
Carlo Emilio Gadda nasce a Milano nel 1893. Si iscrive al Politecnico per studiare ingegneria, ma nel 1915 parte volontario per il fronte come sottotenente degli alpini. Tra il 1915 e il 1919 scrive dei diari che vengono pubblicati col titolo "Giornale di guerra e di prigionia" nel 1955. Il "Taccuino di Caporetto" vede la luce molti anni dopo la morte, nel 1992. Ritorna a casa nel 1919 e solo allora apprende la notizia della morte del fratello Enrico, tenente pilota, avvenuta in un incidente aereo. Nel 1920 si laurea in ingegneria elettrotecnica e fino al 1940 esercita la professione in Italia e all’estero. Nel 1926 inizia a collaborare alla rivista fiorentina "Solaria" con saggi e racconti. Dal 1931 riesce a dedicarsi completamente all’attività letteraria e pubblica "La madonna dei filosofi" a cui segue, nel 1934, "Il castello di Udine". Nel 1936 scrive "La cognizione del dolore" (pubblicato in volume nel 1963 e nel 1970). Nel 1940 si trasferisce a Firenze dove frequenta critici e scrittori; nel 1944 pubblica la raccolta di racconti "L’Adalgisa". Dal 1950 al '54 lavora, a Roma, al terzo programma radiofonico della Rai e redige le "Norme per la redazione di un testo radiofonico". Ottiene una grande notorietà con "Quer pasticciaccio brutto di via Merulana" (pubblicato in volume nel 1957), un giallo senza soluzione, ambientato nella Roma del 1927. Tra le opere dell’ultimo periodo va ricordato anche il saggio-pamphlet "Eros e Priapo" (1967) sulla retorica del regime fascista. Si spegne a Roma nel 1973.
La vita letteraria di Carlo Emilio Gadda
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