Il ministro Kyenge, anche lei responsabile, sta solo chiacchierando. Da quattro mesi ha solo parlato e non ha fatto assolutamente niente. Nemmeno un atto concreto. E' pagata solo per parlare e non fare niente. Ci affidiamo alla gente e non solo agli italiani. Tantissimi stranieri che sono venuti regolarmente mi scrivono tutti i giorni su Facebook dicendo che non vogliono il ministro Kyenge e le frontiere aperte per tutti". L'esponente leghista rileva quindi che "tutti, in signora Kyenge e nel mondo, sanno che in Europa c'è un solo Paese autolesionista che non fa nulla per impedire l'arrivo di clandestini. Perché non vanno a Malta, in Francia, in Grecia o in Spagna? Tutti da noi invece".
Molto più aggressivo, come nel suo stile, l'eurodeputato leghista Mario Borghezio: "La signora Kyenge coglie ogni occasione, perfino calcistica, per bacchettarci con lezioni di democrazia, bon ton, diritto, politica interna ed internazionale, in un prossimo domani anche filosofia e religione... Nel governo Letta, la Kyenge non è solo un semplice ministro senza portafoglio dell'Integrazione, è ormai colei che detta l'intera politica dell'immigrazione, dallo ius soli alla Bossi-Fini, per finire con i "buu" ai calciatori di colore". Poi l'affondo, non solo contro il ministro Kynge ma contro l'intero governo: "Questo è un problema politico, che la dice ben lunga sull'ideologia mondialista del governo presieduto dal "trilateral" Letta. Chi ha votato per i partiti "moderati" che lo sostengono, se ne faccia una ragione: siamo ormai completamente nelle mani dell'intoccabile Kyenge. "Faccetta nera", lo capiamo solo ora, non era come sembrava un canto colonialista, ma presagio di una futura Italia "meticcia", dove i clandestini possono tranquillamente distruggere i Cie, pagati con le nostre tasse, e per noi, se ci permettiamo di muovere qualche critica, è pronta l'accusa di razzismo!".
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