Nel 2023, in Italia, sono state stimate 12.200 nuove diagnosi di tumore del fegato, di cui il 79% è rappresentato dall'epatocarcinoma. Tra le cause di malattia cronica del fegato ricordiamo malattie da virus dell'epatite B e C, abuso di alcol, malattie genetiche e autoimmunitarie, ma anche una condizione in rapida crescita numerica denominata sindrome metabolica, in genere legata a sovrappeso e diabete.
Sia la cirrosi che il cancro del fegato spesso insorgono silenziosamente, cioè non determinano sintomi per lungo tempo. Di conseguenza, solo la identificazione delle persone a rischio, cioè con epatopatia cronica avanzata, quando ancora non esiste nessun sintomo, e la loro attenta sorveglianza con ecografia semestrale consentono una diagnosi precoce della neoplasia, cioè in una fase iniziale suscettibile di terapie radicali, come chirurgia, trapianto o ablazione percutanea. Purtroppo, per motivi vari, più della metà dei pazienti non riceve questa sorveglianza e, quando la malattia si manifesta, è già in stadio avanzato.
Ne parliamo con il Prof. Fabio Piscaglia, Ordinario di Medicina Interna all'Università di Bologna , che abbiamo incontrato a Milano durante un evento per la presentazione di una nuova pozione di cura per le forme avanzate.
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