Intervista a Raffaele Latrofa, Assessore ai lavori pubblici di Pisa
Proseguono e sono a buon punto i lavori per il recupero delle mura urbane al Giardino Scotto. L’intervento prevede la riqualificazione del tratto di mura compreso tra la Torre di Sant’Antonio, in prossimità del Ponte della Fortezza, e il Bastione Sangallo, che consentirà di accedere al doppio percorso in quota, galleria e parapetto, sulla mura. Il costo dei lavori è di circa 800 mila euro, di cui circa 84 mila di contributo regionale, e 716mila finanziata dal Comune di Pisa
Dichiara il sindaco di Pisa Michele Conti - la riqualificazione delle mura urbane del Giardino Scotto che permetterà alla città di recuperare in tutta la sua bellezza un monumento tra i più caratterizzanti della nostra città. L’intervento garantirà la fruibilità del tratto di mura, attraverso l’apertura di camminamenti in quota che si svilupperanno per circa 460 metri complessivi. Il tratto riqualificato sarà reso fruibile e accessibile a tutti, grazie alla realizzazione dell’ascensore interno alla Torre di Sant’Antonio e, una volta completato, sarà inserito nella gestione dei percorsi in quota delle mura cittadine. Una bellissima vista dall’alto che permetterà di ammirare a pieno il lungarno e il giardino storico della città, che si andrà ad aggiungere al percorso delle mura storiche di Pisa, un altro pezzo di storia della città che viene recuperato e valorizzato, per essere messo a disposizione di cittadini e turisti.”
Cenni storici. Il Giardino Scotto fu costruito dai fiorentini come “Fortezza San Marco” o “Cittadella nuova” dopo la conquista della città di Pisa del 1406, non a difesa della città ma per dominarla militarmente. Per la realizzazione del progetto urbanistico, iniziato a partire dal 1440, fu necessario demolire un’area nella quale si trovava la chiesa di S. Andrea in Chinzica con annesso monastero e ospedale. Il campanile della chiesa fu inglobato nel complesso murario e rimase con la funzione di torre di difesa. I lavori per la costruzione della “Cittadella nuova” durarono circa trent’anni. La rivolta pisana del 1495 portò alla parziale demolizione della “Cittadella nuova” e a un breve periodo di libertà cittadina che terminò con la riconquista di Pisa da parte dei fiorentini (1509). Durante la rivolta le mura medievali subirono drastiche distruzioni, da cui si salvò soltanto la porta San Marco con alcuni annessi nel mastio nella fortezza meridionale. Una volta riconquistata la città i fiorentini iniziarono la costruzione di una nuova cittadella fortificata sulle strutture precedenti ordinando un nuovo progetto a Giuliano da Sangallo. A ridosso della struttura quattrocentesca furono così erette due fortezze, una a sud e una a nord, poi abbattuta sulla fine del Settecento. Sul lato est il muro fu ricostruito con una cortina in laterizio listata di marmo, soggetta a una serie di rifacimenti che vanno dal Seicento agli anni trenta del Novecento, quando fu tagliata con i due grandi archi per il passaggio della viabilità del lungarno e perforata con le finestrature ad arco a fini estetici. La Cittadella Nuova fu disarmata e privatizzata da Pietro Leopoldo di Lorena nel 1781. Nel 1798 fu acquistata da Domenico Scotto, armatore livornese, che la trasformò in giardino con ambulacri coperti e scoperti, annesso ad un palazzo che costruì lungo il fiume sul tratto nord-orientale della fortezza. In seguito ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale l’edifico ad angolo tra Lungarno Fibonacci e Lungarno Galilei e l’altro edifico attiguo furono danneggiati
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