Maria Valtorta - Quaderni - 18 settembre 1943: Il destino ve lo fate voi
Dice Gesù:
«Ho detto ieri: “Il destino ve lo fate voi”. Ora aggiungo: Il destino ve lo fate voi. Ma quando uno fa la Volontà che il Padre gli propone, è sicuro di farsi un destino di luce, mentre quando uno si chiude le orecchie e gli occhi per non sentire e non vedere la Volontà del Padre e chiude l’anima all’amore che porta all’ubbidienza, seguendo non la voce dello spirito ma quella della carne e del sangue, attizzati da Satana, quest’uno si crea un destino di tenebre la cui fine è la morte dello spirito.
Ora, se rifletti come nella vostra vita colui che ama - sia figlio, fratello, sposo, allievo, inferiore, sia chi sia - cerca sempre di accontentare l’amato, puoi intuire agevolmente come coloro che amano molto Dio seguano i desideri di Dio, quali essi siano; coloro che lo amano poco li seguano meno e seguono solo quei desideri che costano ad essi non troppa fatica; infine coloro che non lo amano affatto non lo seguono affatto nei desideri della sua santa Volontà, ma anzi si ribellano gettandosi sul sentiero che porta agli antipodi della mèta che Dio consiglia e si allontanano dal Padre bestemmiandolo.
Si potrebbe concludere perciò, senza tema di errare, che la misura con cui una creatura ama il suo Creatore è data dalla misura con cui essa sa ubbidire ai desideri del suo Signore e Padre. Mentisce colui che dice di amare Iddio e poi non sa seguire la sua Voce che gli parla con amore per condurlo nella sua dimora.
E chi vuole ingannare con la sua menzogna? Dio? Dio non si inganna. Le vostre parole hanno il vero significato che hanno, e non quello che voi ad esse date, e quel significato vero Dio lo comprende. Ora se voi dite d’amare il Signore e poi gli rifiutate l’ubbidienza, che è una delle prove basilari dell’amore, Egli non può che chiamarvi ipocriti e mentitori e trattarvi per tali.
Volete forse ingannare Satana, usufruendo dei comodi accomodamenti di coscienza che vi suggerisce, e nello stesso tempo significargli che voi volete godere in questa vita, ma godere anche nell’altra vita, barcamenando fra Dio e Satana, fra Cielo e Inferno? O stolti! L’Astuto non si inganna e, meno paziente di Dio, esige immediato compenso e occorre pagarlo subito, perché egli non accorda dilazione. E in verità vi dico che il suo giogo non è ala, ma è pesante macigno che schiaccia e sprofonda nel fango e nel buio.
Volete forse ingannare voi stessi dicendovi che non è che una necessità della Terra quella che vi spinge a fare la vostra volontà ma che, in fondo, voi vorreste fare quella di Dio perché la preferite? Ipocriti, ipocriti, ipocriti.
In voi è un giudice che non conosce sonno, ed è il vostro spirito. Anche se voi lo ferite a morte e lo condannate a perire, esso grida in voi, finché siete di questa Terra, grida le sue ansie di Cielo. Voi lo gravate e imbavagliate per renderlo immobile e muto, ma esso si agita fin a liberarsi del vostro bavaglio e getta il suo grido nel silenzio desolato del vostro cuore. E, come il grido del mio Precursore, è tanto tormentosa per voi quella voce che cercate di spegnerla per sempre. Non ci riuscirete mai. Finché vivrete la udrete e nell’al di là griderà più forte, rimproverandovi il vostro delitto di omicidi della vostra anima.
La chiave di certe aberrazioni umane, che crescono sempre più e portano l’individuo a mostruose delinquenze, è in questa voce della coscienza che voi cercate attutire con nuovi balzi di ferocia, così come l’intossicato cerca di dimenticare la sua voluta sventura attossicandosi sempre più, fino all’ebetimento.
Siate dei figli, creature mie. Amate, amate il nostro buon Padre che è nei Cieli. Amatelo per quanto potete. Facile vi sarà, allora, seguire la sua benedetta Volontà e farvi un destino di gloria eterna.
Io, che l’ho amato alla perfezione, l’ho accontentato sino al sacrificio della mia divinità, che per trentatré anni si è esiliata dai Cieli, e della mia vita distrutta col più atroce martirio di carne, di mente, di cuore, di spirito.
Mia Madre, che fu seconda a Me nel saper amare e che amò con tutta la perfezione possibile alla creatura, perché - sia detto per incidenza e a risposta ad una obbiezione che t’è stata fatta - perché Maria possedeva la pienezza di ogni virtù e attributo, sempre e naturalmente come creatura, perfetta ma sempre creatura umana. Avendo in sé la pienezza della Grazia, ossia possedendo Dio come Lei sola lo ha posseduto, è ovvio che la sua perfezione raggiungesse altezze soltanto inferiori a quelle di Dio. Ebbene Maria, che fu seconda a Me nel saper amare, ha aderito alla Volontà di Dio sino al sacrificio della sua vocazione, che era di dedicarsi unicamente alle contemplazioni di Dio, e del suo cuore, che le fu chiesto da Dio per essere stritolato.
La divina Maternità di Maria è la prova viva della sua adesione alla Volontà di Dio.....
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